martedì 28 dicembre 2010

L'anno nuovo e l'arte immacolata di cancellare il passato (di Franco Santoro)

Ancora una volta eccoci nel passaggio da un anno all'altro. Il 2010 è giunto a conclusione e il 2011 principia il suo nuovo corso. Raggiunta la fine del dodicesimo mese, dicembre, tutto ricomincia da capo con il mese numero uno, gennaio. Il primo mese dell'anno prende il nome da Giano, la divinità più antica delle tradizioni italiche, associato con le soglie, i portali, i passaggi da un punto ad un altro, sia fisici, che più sottili, come il transito da una dimensione all'altra, ed anche con gli inizi di nuove imprese di qualunque natura, sia fisica sia spirituale.

Il passaggio da un anno all'altro può essere la ripetizione dello stesso monotono ciclo oppure uno spostamento in una configurazione nuova di zecca. Forse, più realisticamente, è una combinazione di entrambi. Le fasi di passaggio sono le più delicate del processo di guarigione. Parti luminose del nostro essere prendono forma e si preparano a nascere, tuttavia la gestazione di questa novità avviene nell’oscurità, mentre nell’ambiente esterno continuano a dominare le dinamiche del passato.

Nei momenti passaggio una delle pratiche più utili è la ricapitolazione. La ricapitolazione è un’antica pratica di guarigione finalizzata a recuperare e rilasciare energia. Il presupposto è che gli eventi passati bloccano energia vitale finché non vengono definitivamente elaborati e rilasciati. In caso contrario il passato continua ad essere trattenuto nel corpo emozionale e perdiamo la connessione con chi siamo veramente. Diventiamo semplicemente la condensazione di memorie grezze frammentate, che sono costantemente riciclate, riattivate e condensate nel presente. Come esseri umani siamo propensi a investire energie enormi in queste memorie fino a che, proprio come in un computer, lo spazio della memoria si esaurisce, e le nostre vite crollano, si sgretolano o si bloccano.

Lasciar andare il passato può non essere un compito facile. Molte persone si focalizzano regolarmente sulle loro memorie e giustificano qualunque cosa fanno e come si sentono sulla base del loro passato. Dicono cose come, “Mio padre mi ha maltrattato”, “Il mio partner mi ha lasciato”, “Ho perso il mio bambino” o “Sono stato licenziato”, e le usano per convalidare il motivo per cui la loro vita non funziona. Mentre si focalizzano su quelle cose nutrono quelle esperienze negative del passato, che continuano ad essere riciclate nel presente, impedendo a nuove esperienze di emergere.

Altre persone prendono una posizione totalmente differente. Essendo consapevoli di come il passato limita la loro libertà, decidono di cancellarlo con un’istantanea pulizia di primavera. Iniziano un’accurata impresa di cancellazione di tutto ciò che si riferisce al passato, persone, cose, luoghi, situazioni, ecc. La relazione con la mia ragazza è finita! Va bene, allora brucio tutte le sue foto, lettere, regali, cancello anche le e-mail e i messaggi, e così via, finché posso dire, spesso citando qualche frase di un libro New Age, che ho finalmente ripulito il mio passato e ora sono libero. E da quel momento tutto sarà realmente diverso! Beh, questo è un universo d’immense possibilità, e può essere davvero così se oltrepasso radicalmente la sintassi di questa realtà separata. 

Poiché il passato come lo percepiamo è un’illusione, cancellarlo può essere facile come cancellare dei documenti da un computer. Nel momento in cui mi sveglio dal sogno, sarà tutto finito. E tuttavia, a meno che non sono riuscito a padroneggiare l’arte di non cadere di nuovo addormentato, il passato trapelerà di nuovo alla fine, esattamente nello stesso modo, e l’unica differenza saranno gli attori e gli scenari.

Bene, adesso se volete fare una pausa, guardate The Immaculate Art of Deleting the Past su:
di  Cut! (cineasti dell’Università di Glasgow).

Lasciar andare il passato non è necessariamente cancellare il passato. Lungi dall’essere cancellato, il passato ha prima di tutto la necessità vitale di essere veramente riconosciuto e onorato, poi guarito e, se davvero non serve, rilasciato. Rilasciare non è gettare il passato nella pattumiera e poi confidare che l’autorità locale se ne sbarazzi. Il rilascio è liberazione, è permettere al passato di fluire nel presente, cancellare la paura e supportare luminosi elementi, così da apportare benedizioni al presente e al futuro. 

Il rilascio è perdono, e come dice Un Corso in Miracoli, “Perdonare è semplicemente ricordare solo i pensieri d’amore che hai dato nel passato e quelli che ti sono stati dati. Tutto il resto deve essere dimenticato. Perdonare è ricordare in modo selettivo, non basato sulla tua selezione.” (UCIM, T378). Il problema non è nel passato, è rimanervi bloccati, congelati nel passato. E questo accade quando consideriamo soltanto il passato, così come quando lo neghiamo.

Posso fingere che la mia ex ragazza non sia mai esistita, e cancellare tutte le prove della sua presenza. Questo può essere efficace temporaneamente se non riesco a far fronte alla situazione, tuttavia se ci sono problemi irrisolti con quella ragazza si ripresenteranno in un modo o nell’altro fintanto che scelgo di lasciarli andare davvero. E se non rilascio quei problemi durante la mia vita, beh, quei problemi probabilmente saranno trasportati nella mia “prossima vita” o raccolti dalle generazioni seguenti.

Sottolineo queste due opzioni perché credo che l’ostacolo principale nel rilasciare il passato non è la natura del passato stesso ma il modo in cui lo percepiamo. Posso considerare me stesso come un individuo separato che deve affrontare problemi personali durante la sua vita, e perfino nelle vite passate e future, oppure posso riconoscere me stesso come parte del collettivo, un essere planetario più grande, che include tutta l’umanità, passato, presente e futuro.

Nello sciamanesimo esiste la nozione di “cancellare la storia personale”, ma questo non è il passato, è il passato illusorio creato dalle nostre menti separate. La cancellazione si applica quindi al coinvolgimento dell’ego con il passato e la sua realtà separata. La percezione della separazione dagli altri e dal mondo è la configurazione umana arbitraria che necessita di essere abbandonata al fine di sperimentare la nostra vera identità e accedere ad una realtà molto più vasta.

E non è una pulizia di primavera; è un processo continuo e duraturo, che gradualmente permette al passato collettivo di emergere, un regno in cui tutte le menti sono unite. In questo caso i pensieri personali, essendo separati, non esistono o sono mere allucinazioni. Gli sciamani, più o meno universalmente, ricevono la maggior parte delle loro indicazioni da quel regno e lavorano intensivamente con gli antenati. Sperimentano passato, presente e futuro come un continuum temporale attraverso il quale viaggiano per ottenere conoscenza e perseguire i loro intenti sciamanici.

In molte tradizioni l’intera vita è basata su questo continuum temporale, in cui gli antenati rappresentano il riferimento principale nei culti e nelle pratiche sociali. Qualsiasi tipo di conflitto che si sviluppa nel presente è riconosciuto in relazione con il passato. E il passato viene esplorato come il livello della matrice, il regno dei templates (vedi articolo sotto) che possono svelare gli strumenti per guarire ogni conflitto a beneficio delle generazioni presenti e future.

Che tutti noi possiamo essere benedetti dal nostro luminoso passato che risplende nel più gioioso presente, si irradia nell’estatico futuro, e ritorna nel passato, in un circolo eterno di beatitudine e amore.

Franco
Immagine: Stop the Time © by Els De Bleeckere

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