L'aspetto più arduo della funzione del perdono consiste nel perdonare se stessi per essere incapaci di perdonare.
Si tratta di smetterla di torturarci e sentirci negativi quando seguitiamo a provare rabbia, odio, repulsione, attaccamento ed altre intense emozioni verso persone e situazioni che hanno causato molta sofferenza.
Perdonare non significa essere al di sopra di queste emozioni, teorizzare che si tratta solo di proiezioni, analizzarne le cause psicologiche o karmiche, incensandosi di trita spiritualità e frasi già fatte di amore universale. Al contrario, è spesso vile e ipocrita operare in tal senso. Si tratta di riconoscere, se così stanno effettivamente le cose, che siamo autenticamente arrabbiati, che proviamo puro odio, anche se vorremmo tanto essere oltre queste emozioni.
Perdonare non significa minimizzare il nostro dolore, dare poca importanza a quel che è successo, chiudere un'occhio, tapparci la bocca e il naso.
Perdonare vuol dire prima di tutto riconoscere il dolore, la rabbia, la paura e altre emozioni incontenibili, astenendosi in alcun modo dal giudicarle, analizzarle, definirle e accettandole semplicemente per quello che sono, con l'umiltà di voler sinceramente sapere cosa sono. Quindi perdonare significa permettere quel che in noi soffre di parlare, di aprirsi, di lamentarsi, di esprimere tutto ciò che ha dentro.
Nella misura in cui non ci vendichiamo o volontariamente aggrediamo o danneggiamo chi riteniamo responsabile del nostro dolore, è completamente legittimo fare uscire la rabbia e l'odio verso chi ci ha fatto del male, anche se razionalmente o spiritualmente sappiamo che ciò non è propriamente vero.
Se non riusciamo a perdonare noi stessi per l'odio, la rabbia che sentiamo verso chi ci ha fatto del male, non riusciremo mai a farlo verso queste persone. E si tratta pure di accettare che forse non riusciremo mai in questa vita a cessare di provare rabbia o disagio verso alcuni individui. Questo anche perché se non l'accettiamo ritorneremo magari a incontrare tali persone in altri mondi e vite, per dimostrare a noi stessi che siamo in grado di perdonare, continuando a fallire miseramente in questa impresa.
Da parte nostra di tratta di perdonare noi stessi, di perdonarci per non essere in grado di perdonare gli altri, incluso noi stessi. Se riusciamo in questa impresa alla fine forse non rimane proprio niente altro da perdonare.
(FS)
Immagine: di Antoine Watteau, Sole in Bilancia, Luna in Scorpione
NB: Le informazioni fornite in questa pagina sono presentate unicamente per stimolare la consapevolezza del lettore. Esse non costituiscono l’enunciazione di verità assolute, bensì di punti di vista limitati, che fanno parte di una visione olistica più ampia. L’autore non appoggia necessariamente le idee e e opinioni espresse da lui stesso.
Si tratta di smetterla di torturarci e sentirci negativi quando seguitiamo a provare rabbia, odio, repulsione, attaccamento ed altre intense emozioni verso persone e situazioni che hanno causato molta sofferenza.
Perdonare non significa essere al di sopra di queste emozioni, teorizzare che si tratta solo di proiezioni, analizzarne le cause psicologiche o karmiche, incensandosi di trita spiritualità e frasi già fatte di amore universale. Al contrario, è spesso vile e ipocrita operare in tal senso. Si tratta di riconoscere, se così stanno effettivamente le cose, che siamo autenticamente arrabbiati, che proviamo puro odio, anche se vorremmo tanto essere oltre queste emozioni.
Perdonare non significa minimizzare il nostro dolore, dare poca importanza a quel che è successo, chiudere un'occhio, tapparci la bocca e il naso.
Perdonare vuol dire prima di tutto riconoscere il dolore, la rabbia, la paura e altre emozioni incontenibili, astenendosi in alcun modo dal giudicarle, analizzarle, definirle e accettandole semplicemente per quello che sono, con l'umiltà di voler sinceramente sapere cosa sono. Quindi perdonare significa permettere quel che in noi soffre di parlare, di aprirsi, di lamentarsi, di esprimere tutto ciò che ha dentro.
Nella misura in cui non ci vendichiamo o volontariamente aggrediamo o danneggiamo chi riteniamo responsabile del nostro dolore, è completamente legittimo fare uscire la rabbia e l'odio verso chi ci ha fatto del male, anche se razionalmente o spiritualmente sappiamo che ciò non è propriamente vero.
Se non riusciamo a perdonare noi stessi per l'odio, la rabbia che sentiamo verso chi ci ha fatto del male, non riusciremo mai a farlo verso queste persone. E si tratta pure di accettare che forse non riusciremo mai in questa vita a cessare di provare rabbia o disagio verso alcuni individui. Questo anche perché se non l'accettiamo ritorneremo magari a incontrare tali persone in altri mondi e vite, per dimostrare a noi stessi che siamo in grado di perdonare, continuando a fallire miseramente in questa impresa.
Da parte nostra di tratta di perdonare noi stessi, di perdonarci per non essere in grado di perdonare gli altri, incluso noi stessi. Se riusciamo in questa impresa alla fine forse non rimane proprio niente altro da perdonare.
(FS)
© Franco Santoro, info@astroshamanism.org
Immagine: di Antoine Watteau, Sole in Bilancia, Luna in Scorpione
Per informazioni sui nostri programmi: http://astrosciamanesimo.blogspot.it/p/programmi.html
Per consultazioni individuali vedi: http://astrosciamanesimo.blogspot.it/p/sessioni-individuali.html
Se desideri organizzare un evento o seminario astrosciamanico in Italia o all'estero contatta info@astroshamanism.org o vedi http://astrosciamanesimo.blogspot.it/2013/07/come-organizzare-un-evento-seminario-o.html
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NB: Le informazioni fornite in questa pagina sono presentate unicamente per stimolare la consapevolezza del lettore. Esse non costituiscono l’enunciazione di verità assolute, bensì di punti di vista limitati, che fanno parte di una visione olistica più ampia. L’autore non appoggia necessariamente le idee e e opinioni espresse da lui stesso.
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