domenica 25 marzo 2012

Il guerriero (di Franco Santoro)


Il guerriero è in rapporto con l’energia di Marte nelle sue rappresentazioni diurne/yang/maschili (Ariete) e notturne/yin/femminili (Scorpione). 

Nelle opere di Carlos Castaneda, contenenti gli insegnamenti dello sciamano messicano yaqui don Juan Matus, la figura del guerriero è ampiamente promossa. Secondo don Juan, un uomo di conoscenza è un guerriero che si muove con timore, rispetto, attenzione e assoluta fiducia in se stesso. In questo senso, lo spirito del guerriero è l’attitudine fondamentale presente in tutto ciò che il cammino della conoscenza esige.[1] 

Ovviamente, la Via del Guerriero non ha nulla a che vedere con le guerre umane. Non è in relazione con la violenza o l’intenzione di distruggere qualcosa e qualcuno. 

La guerra è contro i limiti e le debolezze, una lotta con le forze che si oppongono alla trasformazione, una battaglia intesa a recuperare la scelta di decidere come e cosa essere. 

Il tratto più tipico del guerriero è di cercare l’impeccabilità in ciascuna delle sue azioni. L’impeccabilità è la capacità di dare il meglio di me stesso in ogni cosa che faccio. 

Significa possedere la determinazione di scegliere ciò che maggiormente si allinea con il mio Intento e fare del mio meglio per realizzarlo. Anche la più apparentemente insignificante azione è vista come una grande sfida, l’opportunità di scavalcare i propri limiti, di esprimere potere, di lasciare andare l’ego. 

Un guerriero possiede diversi strumenti. La sua arma fondamentale è la volontà incorruttibile di sostenere e manifestare il suo Intento. Ciò gli consente di non essere spazzato via dalla corrente della paura e dei pensieri oziosi. 

Qui non ci sono possibilità di compromesso. Il guerriero fa di ogni suo atto una battaglia ultima in cui la consapevolezza di una morte imminente è sempre presente. 

La morte è in vero uno dei suoi più grandi alleati poiché gli permette di mantenere un senso nobile di distacco verso gli altri. Usando volontà, strategia, impeccabilità, controllo e la consapevolezza incessante della sua morte imminente, egli impara a ridurre i suoi bisogni al minimo. 

In questo modo la vita diventa molto semplice poiché si fonda su continue decisioni e scelte intese all’allineamento con l’Intento. Ciò crea gioia e amore in ogni momento. 

Non essendo afflitto e manipolato da bisogni e obiettivi illusori, egli può accedere dimensioni di abbondanza illimitata esistenti oltre l’allucinazione di scarsità prevalente nella realtà convenzionale.


[1] Carlos Castaneda, A scuola dallo stregone: una via yaqui alla conoscenza, Ed. Astrolabio, pp. 163-164.

© Franco Santoro, Findhorn Foundation Cluny Hill, Forres IV36 2RDUKinfo@astroshamanism.org 
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