domenica 18 marzo 2012

Il Grande Varco (di Franco Santoro)


Io ho cercato fra loro un uomo che costruisse un muro e si ergesse sulla breccia di fronte a me, per difendere il paese perché io non lo devastassi, ma non l’ho trovato.” (Ezechiele 22:30)

Nei tempi antichi venivano costruite alte mura intorno alle città per difenderle dai nemici. Se una parte delle mura era distrutta il nemico poteva facilmente entrare nella città attraverso il varco. Rimanere nel varco richiedeva molto coraggio perché era la posizione meno protetta e più pericolosa. Nella citazione iniziale si cercava qualcuno che stesse nel varco delle mura di Gerusalemme e che ricostruisse il muro, ma nessuno si fece avanti e più tardi la città fu invasa dai Babilonesi. Il varco e il muro cui ci si riferisce è ovviamente un varco multidimensionale. E a questo riguardo si sta ancora cercando.

Tra Pesci e Ariete c’è un varco, un Grande Varco, il salto quantico da un regno ad un altro, un bivio che può portare sia ad una gioiosa e radicale ridefinizione della nostra natura, sia a un altro vano cambiamento dentro la stessa ripetitiva storia. Ed è in questo varco che l’umanità apparentemente continua a perdere la sua opportunità di redenzione, come alcune civiltà che, raggiunto il loro apice, ripiombano nuovamente nell’oscurità. 

I Pesci rappresentano sia l’apice della coscienza umana sia la più profonda ignoranza, proprio come l’Ariete rappresenta sia l’inizio di una nuova era di luce che la perdita della consapevolezza o il ritorno all’ignoranza. 

L’Ariete sta per il Gesù risorto ma è anche la crocifissione, l’eliminazione del Cristo fisico e la sua assenza dal mondo esterno, che è il ritorno all’oscurità per coloro che non sono in grado di riconoscere la Sua luce interiore.

Pesci e Ariete sono rispettivamente l’ultimo e il primo dei 12 segni. I 12 segni sono in termini sciamanici le 12 parti frammentate della nostra anima o, nel linguaggio cristiano, i 12 apostoli. Con i Pesci la sequenza dei segni è completa, il che significa che ho avuto un’esperienza di tutte le 12 parti. Ciò non implica che queste parti siano state pienamente recuperate e integrate. E persino se sono riuscito a recuperarle, posso ancora perderle di nuovo. 

Il processo di recupero è esemplificato dalla sequenza di numeri progressivi dall’1 (Ariete), 2 (Toro) fino al 12 (Pesci). Tuttavia quando raggiungo il 12 (Pesci), la sequenza lineare viene sfidata e invece di continuare con il 13, ritorno all’1 (Ariete).

In questo Grande Varco tra Pesci e Ariete esiste una zona di dissoluzione. La sequenza tradizionale non può andare oltre il 12 e non c’è spazio per il tredicesimo, che è destinato ad essere sacrificato, così che l’1 può ritornare e aprire la strada ad un’altra ripetizione del ciclo precedente. 

Questa è la natura della nostra realtà separata: un ciclo continuo, la stessa soap opera replicata ripetutamente, un sogno di inevitabile cattività senza possibilità di liberazione a meno che non ci svegliamo dal sogno.

Il tredicesimo è il segno del risveglio, e come tale non appartiene al sogno. Non appena emerge riconosco il sogno come un sogno, e non è possibile nessun compromesso: o abbraccio il tredicesimo ed esco dal sogno, o continuo a dormire, ed il tredicesimo cambia in 1 (Ariete). Qui l’Ariete rappresenta sia il tredicesimo che il primo. 

L’Ariete si eleva ad Agnus Dei, l’Agnello sacrificale di Dio che espia i peccati dell’umanità. È Gesù Cristo, il tredicesimo seduto tra i 12 apostoli nell’Ultima Cena.

Nell’antica numerologia il numero 12 rappresenta la struttura che crea la nostra realtà tridimensionale, o CUA, mentre il numero 13 è il portale del regno multidimensionale. In quanto tale, il tredicesimo esemplifica la dissoluzione della realtà ordinaria ed un radicale cambiamento di paradigma che frantuma le leggi convenzionali del mondo. 

Il 13 è il risveglio di una percezione che drasticamente rivela la natura illusoria della nostra realtà separata, minacciando la sopravvivenza dell’ego. È perciò che il numero 13 è stato considerato con sospetto e paura attraverso i secoli. Ci sono numerose tradizioni e miti che narrano di un tredicesimo membro di un gruppo che è stato tradito, oppresso, sacrificato, ucciso o trasfigurato. I più noti, oltre a Gesù e i suoi 12 apostoli, sono Re Artù e i 12 Cavalieri della Tavola Rotonda, il dio Baldur e le 12 divinità del Valhalla, Mitra, Filippo II il Macedone, ecc.

Nei segni dello zodiaco il cambiamento tra ciascun segno e il loro numero è sequenziale, ossia 1-2-3-4-ecc., fino a 12 dove la sequenza finisce e tutto ritorna all’1. È in questo cambiamento che dimora il mistero del tredicesimo. 

È qui che l’invisibile provvisoriamente si svela e diventa disponibile solo per coloro che hanno orecchie per udire e occhi per vedere.


© Franco Santoroinfo@astroshamanism.org

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