mercoledì 18 aprile 2012

Note sul Toro (di Franco Santoro)


Il simbolo grafico è formato da un cerchio (spirito) sovrastato da un semicerchio (anima). L’istintività e l’anelito di congiunzione dell’anima con lo Spirito è talmente potente da porsi apparentemente al di sopra dello Spirito stesso. 

Questa immagine può indicare anche la Luna Piena aggiunta alla Luna Crescente, a rappresentare l’amplificazione dei principi di crescita e fertilità collegati con la Luna che trova la sua esaltazione in questo segno. 

Oltre a ricordare la schematizzazione della testa del toro, il simbolo suggerisce la figura di un’anfora con un’ampia apertura, a rappresentare la capacità di raccolta e conservazione delle risorse materiali. Il termine taurus, il nome latino del segno impiegato tuttora in lingua inglese, deriva dal greco tau, prototipo della lettera T e simbolo fallico indicante l’origine della vita e la sua continuità. 

Nonostante le connotazioni maschili, la testa del toro raffigura il sistema riproduttivo della donna ed è stata impiegata sin dall’antichità per trasmettere dei misteri generativi femminili. Il culto del bue Apis era presente in Egitto sin dai tempi più antichi. Esso era la personificazione vivente del dio creatore Ptah, operante come intermediario degli dei e dell’umanità.

Il periodo stagionale del Toro corrisponde al momento della pienezza primaverile, a cavallo tra l’Equinozio di Primavera e il Solstizio d’Estate. E’ il mese delle vegetazioni rigogliose, del verde dei prati, della comparsa dei frutti, dei ritmi lenti e stabili della materia. Le risorse della Terra sono disponibili in grande quantità, mentre il corpo degli animali e degli uomini viene sovente pervaso da un forte desiderio di sensualità che favorisce le avventure amorose e la procreazione. 

La Luna Piena del presente periodo cade nel segno dello Scorpione ed è conosciuta nella tradizione buddista Theravada dell’asia sud-orientale come Wesak: il giorno della celebrazione della nascita, illuminazione e morte del Buddha. 

Maia, la dea greco-romana della primavera diede il nome al mese di maggio. Era una delle Pleiadi (le sette figlie di Atlante inseguite dal gigante Orione). Gli dei le trasformarono in stelle e le posero nel cielo (costellazione Toro) dove sono ancora inseguite dalla costellazione Orione. Il periodo del Toro e il mese di maggio segnano l’apice della primavera e l’effervescenza di un clima festoso inteso a celebrare la fioritura e l’abbondanza di questa stagione. 

Il Toro è un costruttore che dona alle idee una forma concreta, ponendo le fondamenta, impiegando incredibili riserve di energia e, allo stesso tempo, apprezzando gli aspetti piacevoli e i doni della Terra. 

Laddove l’Ariete è immediato e impulsivo, il Toro è lento, costante e paziente. Il primo segno dello Zodiaco è un pioniere che, dopo una lotta spietata, giunge a conquistare il territorio e a piantare il seme. Il secondo segno prende pieno possesso di quanto conquistato, cominciando a costruire solide fondamenta e a piantare con fermezza le sue radici. 

La sua sfida spirituale consiste nell’investire le sue risorse verso un Intento elevato e nell’essere disposto a connettersi con la Funzione. Il sentiero di iniziazione del Toro è in relazione con la capacità di guidare quella forza che di solito si esprime mediante la sensualità e l’intimità. Si tratta di una zona controversa poiché sovente sfruttata e manipolata. Le sue chiavi di accesso dimorano nella comprensione profonda dell’effettiva natura delle forme fisiche e nel riconoscimento della natura materiale degli spazi che umanamente vengono percepiti come vuoti. Ciò comporta sciamanicamente il potere di ricevere sensualità e intimità dai livelli sottili e invisibili dell’esistenza.

© Franco Santoro, Findhorn Foundation Cluny Hill, Forres IV36 2RDUKinfo@astroshamanism.org 


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