lunedì 9 aprile 2012

La Vision Quest (di Franco Santoro)


La ricerca della visione (Vision Quest) è un periodo coraggioso e solitario di meditazione, preghiera e rinuncia, allo scopo di incontrare uno Spirito Guida e ottenere una visione di guarigione o una medicina per sé stessi e gli altri (intesi come parti di sé stessi). 

Si tratta di un lavoro molto intenso che consente di creare un collegamento con le radici della Terra e di trovare o ridefinire, a tutti i costi, il proprio vero Intento. In genere viene praticata in un luogo selvaggio (un bosco, una montagna, un deserto, ecc.), dormendo all’aperto,  digiunando e rimanendo soli per la durata di due o anche molti più giorni. 
“Sul piano mitico, una ricerca della visione è un viaggio eroico, un cimento simbolico di prove apparentemente insormontabili che ha luogo in una regione sacramentale di potere naturale cosicché possiamo renderci conto che siamo molto di più di ciò che le nostre credenze limitate ci hanno fatto credere.... Sul piano fisico, la ricerca della visione è un esercizio di sopravvivenza, (in cui) l’individuo vive in uno stato sensibilizzato di consapevolezza corporea e sente la connessione con gli elementi e le cose viventi del mondo naturale. Stati fisici di debolezza e vuoto ... provocano emozioni e paure ... (e) il corpo risponde alla sfida fornendo all’individuo fonti inaspettate di forza e vitalità. A livello transpersonale, ricerchiamo la visione per trovare la conoscenza del Sé. Questa conoscenza è arricchita dalla saggezza dell’inconscio collettivo ed è la base per il riconoscimento della nostra posizione fisica e spirituale su Grande Madre Terra. La percezione del nostro vero posto nella natura non è tuttavia possibile se non muoviamo i primi passi esitanti per andare oltre i margini della nostra esperienza. La ricerca della visione fornisce un mezzo antico e sperimentato per intraprendere questi primi passi”.  (S.Foster/M.Little, The Sacred Mountain)
Per poter affrontare una ricerca della visione l'Intento è indispensabile. E’ necessario che tu sia sicuro riguardo ciò che vuoi poiché in caso contrario non ti sarà possibile riconoscerlo quando lo incontri, correndo quindi il rischio di essere depistato. 

L’Intento non deve essere comprensibile o significativo per gli altri: ciò che conta è che lo sia per te. In una ricerca della visione operi da solo e in condizioni piuttosto dure: se la tua motivazione è debole e se ti fai facilmente dissuadere dalle situazioni esterne o tendi ad agire per compiacere gli altri, è probabile che non sei ancora pronto per questo tipo di lavoro. 

Da notare inoltre che, onde procedere lungo il sentiero sciamanico, non è indispensabile fare uso di questa pratica così come viene descritta di seguito. A seconda delle tradizioni e dei lignaggi di ciascun individuo le caratteristiche tecniche e il contenuto delle esperienze possono variare enormemente. 

Per evidenziare l’apertura e la volontà di eliminare ogni tipo di barriera alcune tradizioni invitano a restare completamente nudi e a dormire all’aperto senza alcun riparo, ad eccezione di quelli forniti sul posto dalla natura. 

Nel mondo contemporaneo, a causa delle leggi e delle mentalità prevalenti, è difficile trovare luoghi in cui mi posso permettere di girare indisturbato in tale stato. Data la sacralità del lavoro, è preferibile rinunciare ad atteggiamenti che possono essere fonte di provocazioni spiacevoli sul piano politico e sociale. Ciò che conta è sempre l’Intento dell’azione: gli aspetti coreografici e rituali sono di grande utilità nella misura in cui non creano seri problemi per me stesso e gli altri. 

La ricerca della visione, grazie al contributo di diversi ricercatori, è ritornata ad essere una pratica piuttosto diffusa nell’ambito della spiritualità contemporanea. In genere questo lavoro si sviluppa in quattro stadi. 

Il primo è quello della separazione e consiste nel lasciare andare ogni legame energetico con la vita convenzionale: lavoro, relazioni, famiglia, amici, casa, abitudini, ecc. E’ un’operazione che richiede un lungo e graduale lavoro di preparazione. Durante questo periodo, e soprattutto in quello immediatamente precedente all’inizio della vision quest, vi possono essere situazioni di crisi e conflitto che hanno la funzione di servire da fertilizzante per la visione. 

Questo processo si accentua durante il primo o secondo giorno di ricerca allorché inizi a sconvolgere e a rallentare le modalità dei tuoi automatismi e ritmi consueti. Seguono alcuni commenti esperienziali:
“I primi due giorni sono i più terribili. Mi sono impegnato a restare fermo nello spazio del Sacro Cerchio. Nessuna possibilità di distrarmi facendo escursioni o passeggiate nella natura, nessuno a cui parlare. Senza diario, libri, televisione, giornali, cibo, sigarette, bevande o qualsiasi altro aggeggio con cui trastullarmi. Solo il mio corpo ed un ambiente che diventa sempre più ostile. Ma questo è nulla ed in qualche modo era prevedibile, poiché faceva parte della sfida che avevo deciso di intraprendere. Il peggio è che non c’è neanche la mia Guida, né mi arrivano visioni estatiche o apparizioni di esseri angelici, o di chissà quale Spirito che viene a raccontarmi qual è la mia missione nel mondo. Non ci sono gli Animali di Potere, ma solo insetti repellenti e fastidiosi che nemmeno mi consentono di meditare in pace. Essi si nascondono molto bene e poi pizzicano improvvisamente senza alcun preavviso. Comincio ad avere paura di non farcela. E quando giunge la notte, la paura si trasforma in panico e terrore. Ogni piccolo rumore sembra un annuncio di tortura o morte sicura. Sono venuto qui per ricevere una visione spirituale e invece tutto quello che riesco a pensare è solo se ce la farò a sopravvivere fino al mattino! La cosa mi butta ancora più giù. Questa situazione va avanti ancora durante il giorno seguente con picchi di noia atroce e stati di disperazione senza pari. Non c’è più alcuna traccia dei miei grandi ideali e ogni  possibilità di fuga si sbriciola all’istante. Tra vomiti e imprecazioni, continua così fino al momento dell’incontro con la soglia”.
La soglia è l’iniziazione vera e propria. Dopo aver liberato le tossine e  incontrato i Demoni più terribili del Sacro Cerchio, sei giunto ormai allo stremo delle forze. Ecco che arrivi ad un punto di non ritorno. Ora, se riesci ad andare oltre le limitazioni e a persistere nell’Intento, sei pronto per ricevere la visione.  

“E’ indicibile ciò che succede in quel momento.” prosegue il racconto dell’esperienza, “Arrivato al massimo livello di oscurità e miseria, ecco che proprio non posso andare oltre. Ho da fare una scelta: morire o continuare a vivere, ma non certo come prima. Mi era capitato alcune volte di avere un’idea di tale stato nei miei viaggi sciamanici, ma ora invece ci sono proprio in mezzo con tutto il mio corpo fisico. Non c’è più la mente che mi contesta dicendo che è frutto della mia immaginazione o suggestione. Ci sono totalmente e non posso nemmeno raccontarlo a qualcuno perché sono da solo. Inoltre non posso neanche aprire gli occhi e ritornare alla realtà ordinaria, perché questo non è un viaggio sciamanico! E’ la realtà della mia vita ora! Questa constatazione mi fa rabbrividire e allo stesso tempo provoca in me un senso di benessere del tutto inopportuno, data la gravità della situazione. La cosa mi sconcerta, ma pure stranamente mi dà sollievo. Un eco di voce rimbomba dentro di me e sembra gridare: ‘sei proprio sicuro di non potere aprire gli occhi?’. Esausto, mi abbandono disteso sul terreno. Sento la mia disperazione, ma ora vedo che c’è qualcosa oltre il suo confine. Ed è proprio oltrepassando questo confine che accade il miracolo. All’improvviso tutto cambia e sembra una gran burla. Ho solamente aperto gli occhi, anche se mi sembra di averli aperti da un altro lato. Gli insetti che mi tormentano e disgustano, adesso vengono a cantarmi delle canzoni e a massaggiarmi il corpo. E sono belli, affascinanti, luminosi e perfino erotici. Saltano fuori degli scoiattoli e altri animaletti, mai visti, che mi salgono sulle spalle e mi accarezzano con le zampine. Alcuni di loro si mettono a fissarmi a corta distanza e giocano a nascondino oppure mi portano del cibo. Un gruppo di marmotte, e questo è troppo, mi racconta delle storielle divertenti e si presenta uno per uno cominciando con i nonni e terminando con i pronipoti. Per non parlare poi degli alberi e di quello che cominciano a dirmi....”
Questa testimonianza è ovviamente solo un esempio. Tuttavia, sebbene l’intensità e le modalità di sviluppo variano enormemente, in genere, dopo una prima fase di catarsi, i ricercatori si aprono ad un’esperienza fuori dall’ordinario attraverso cui procede una rivelazione o visione. 

Poiché il ricercatore è ora aperto e vulnerabile, tale esperienza è in grado di apportare una trasformazione radicale e lasciare un segno permanente di guarigione nel suo sistema. In quel momento l’allucinazione dell’ego si dissolve e la medicina può operare con tutto il suo potere. 

Spesso è possibile avere un incontro decisivo con lo Spirito Guida e ricevere risposte chiare ai quesiti rivolti. Una volta ottenuta la visione, nel terzo stadio (trasformazione o incorporamento), questa viene resa consapevole e integrata nella vita ordinaria. E’ una fase molto ardua in quanto si tratta di incorporare l’essenza dei doni e delle lezioni ricevute. 

Ti trovi dinanzi alla scelta cruciale di accettare la visione o meno, di seguire il sentiero indicato o di rimandare ancora. Il ricercatore può fare chiarezza sul da farsi e, nel caso di incertezza, decidere di aspettare per ricevere ulteriori segnali. 

Nell’ultimo stadio (riunione) lasci il luogo in cui ti sei isolato e ti ritrovi in gruppo per celebrare cerimonie di purificazione e condivisione. Via via ti prepari a compiere l’operazione principale: quella del ritorno alla vita quotidiana e dell’impiego del contenuto della visione. 

In una ricerca della visione non vi sono successi o fallimenti, né possibilità di valutazione esterne riguardo alla qualità del lavoro svolto. Poco importa se hai avuto visioni od incontri con Guide e similari. Ciò che conta è esserti aperto alla sfida di un’esperienza di totalità ed essere disposto ad accettarne le lezioni. 

Per quanto ne sia consapevole o meno, e sia che accadano episodi clamorosi o insignificanti, durante una vision quest, ogni partecipante riceve sempre un grande insegnamento. Lo Spirito comunica a tutti senza discriminazione e le sue parole, prima o poi, diventano chiare.



© Franco Santoro, Findhorn Foundation Cluny Hill, Forres IV36 2RDUKinfo@astroshamanism.org 

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