Nei tempi antichi venivano costruite
alte mura intorno alle città per difenderle dai nemici. Se una parte delle mura
era distrutta il nemico poteva facilmente entrare nella città attraverso il
varco. Rimanere nel varco richiedeva molto coraggio perché era la posizione
meno protetta e più pericolosa. Nella citazione iniziale si cercava qualcuno
che stesse nel varco delle mura di Gerusalemme e che ricostruisse il muro, ma
nessuno si fece avanti e più tardi la città fu invasa dai Babilonesi. Il varco
e il muro cui ci si riferisce è ovviamente un varco multidimensionale. E a questo
riguardo si sta ancora cercando.
Tra Pesci e Ariete c’è un varco,
un Grande Varco, il salto quantico
da un regno ad un altro, un bivio che può portare sia ad una gioiosa e radicale
ridefinizione della nostra natura, sia a un altro vano cambiamento dentro la
stessa ripetitiva storia. Ed è in questo varco che l’umanità apparentemente
continua a perdere la sua opportunità di redenzione, come alcune civiltà che,
raggiunto il loro apice, ripiombano nuovamente nell’oscurità.
I Pesci
rappresentano sia l’apice della coscienza umana sia la più profonda ignoranza,
proprio come l’Ariete rappresenta sia l’inizio di una nuova era di luce che la
perdita della consapevolezza o il ritorno all’ignoranza.
L’Ariete sta per il
Gesù risorto ma è anche la crocifissione, l’eliminazione del Cristo fisico e la
sua assenza dal mondo esterno, che è il ritorno all’oscurità per coloro che non
sono in grado di riconoscere la Sua luce interiore.
Pesci e Ariete sono
rispettivamente l’ultimo e il primo dei 12 segni. I 12 segni sono in termini
sciamanici le 12 parti frammentate della nostra anima o, nel linguaggio
cristiano, i 12 apostoli. Con i Pesci la sequenza dei segni è completa, il che
significa che ho avuto un’esperienza di tutte le 12 parti. Ciò non implica che
queste parti siano state pienamente recuperate e integrate. E persino se sono
riuscito a recuperarle, posso ancora perderle di nuovo.
Il processo di recupero
è esemplificato dalla sequenza di numeri progressivi dall’1 (Ariete), 2 (Toro)
fino al 12 (Pesci). Tuttavia quando raggiungo il 12 (Pesci), la sequenza
lineare viene sfidata e invece di continuare con il 13, ritorno all’1 (Ariete).
In questo Grande Varco tra Pesci e Ariete esiste una zona di dissoluzione.
La sequenza tradizionale non può andare oltre il 12 e non c’è spazio per il
tredicesimo, che è destinato ad essere sacrificato, così che l’1 può ritornare
e aprire la strada ad un’altra ripetizione del ciclo precedente.
Questa è la
natura della nostra realtà separata: un ciclo continuo, la stessa soap opera replicata ripetutamente, un
sogno di inevitabile cattività senza possibilità di liberazione a meno che non
ci svegliamo dal sogno.
Il tredicesimo è il segno del
risveglio, e come tale non appartiene al sogno. Non appena emerge riconosco il
sogno come un sogno, e non è possibile nessun compromesso: o abbraccio il
tredicesimo ed esco dal sogno, o continuo a dormire, ed il tredicesimo cambia
in 1 (Ariete). Qui l’Ariete rappresenta sia il tredicesimo che il primo.
L’Ariete si eleva ad Agnus Dei, l’Agnello sacrificale di Dio che espia i
peccati dell’umanità. È Gesù Cristo, il tredicesimo seduto tra i 12 apostoli
nell’Ultima Cena.
Nell’antica numerologia il
numero 12 rappresenta la struttura che crea la nostra realtà separata, mentre il numero 13 è il portale
del regno multidimensionale.
In quanto tale, il tredicesimo esemplifica la dissoluzione della realtà
ordinaria ed un radicale cambiamento di paradigma che frantuma le leggi
convenzionali del mondo.
Il 13 è il risveglio di una percezione che
drasticamente rivela la natura illusoria della nostra realtà separata,
minacciando la sopravvivenza dell’ego. È perciò che il numero 13 è stato
considerato con sospetto e paura attraverso i secoli. Ci sono numerose
tradizioni e miti che narrano di un tredicesimo membro di un gruppo che è stato
tradito, oppresso, sacrificato, ucciso o trasfigurato. I più noti, oltre a Gesù
e i suoi 12 apostoli, sono Re Artù e i 12 Cavalieri della Tavola Rotonda, il
dio Baldur e le 12 divinità del Valhalla, Mitra, Filippo II il Macedone, ecc.
Nei segni dello zodiaco il
cambiamento tra ciascun segno e il loro numero è sequenziale, ossia
1-2-3-4-ecc., fino a 12 dove la sequenza finisce e tutto ritorna all’1. È in
questo cambiamento che dimora il mistero del tredicesimo.
È qui che
l’invisibile provvisoriamente si svela e diventa disponibile solo per coloro
che hanno orecchie per udire e occhi per vedere.
© Franco Santoro, info@astroshamanism.org
Immagine: dipinto di Giovanni Paolo Panini (1691-1765)
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