martedì 28 dicembre 2010

L'anno nuovo e l'arte immacolata di cancellare il passato (di Franco Santoro)

Ancora una volta eccoci nel passaggio da un anno all'altro. Il 2010 è giunto a conclusione e il 2011 principia il suo nuovo corso. Raggiunta la fine del dodicesimo mese, dicembre, tutto ricomincia da capo con il mese numero uno, gennaio. Il primo mese dell'anno prende il nome da Giano, la divinità più antica delle tradizioni italiche, associato con le soglie, i portali, i passaggi da un punto ad un altro, sia fisici, che più sottili, come il transito da una dimensione all'altra, ed anche con gli inizi di nuove imprese di qualunque natura, sia fisica sia spirituale.

Il passaggio da un anno all'altro può essere la ripetizione dello stesso monotono ciclo oppure uno spostamento in una configurazione nuova di zecca. Forse, più realisticamente, è una combinazione di entrambi. Le fasi di passaggio sono le più delicate del processo di guarigione. Parti luminose del nostro essere prendono forma e si preparano a nascere, tuttavia la gestazione di questa novità avviene nell’oscurità, mentre nell’ambiente esterno continuano a dominare le dinamiche del passato.

Nei momenti passaggio una delle pratiche più utili è la ricapitolazione. La ricapitolazione è un’antica pratica di guarigione finalizzata a recuperare e rilasciare energia. Il presupposto è che gli eventi passati bloccano energia vitale finché non vengono definitivamente elaborati e rilasciati. In caso contrario il passato continua ad essere trattenuto nel corpo emozionale e perdiamo la connessione con chi siamo veramente. Diventiamo semplicemente la condensazione di memorie grezze frammentate, che sono costantemente riciclate, riattivate e condensate nel presente. Come esseri umani siamo propensi a investire energie enormi in queste memorie fino a che, proprio come in un computer, lo spazio della memoria si esaurisce, e le nostre vite crollano, si sgretolano o si bloccano.

Lasciar andare il passato può non essere un compito facile. Molte persone si focalizzano regolarmente sulle loro memorie e giustificano qualunque cosa fanno e come si sentono sulla base del loro passato. Dicono cose come, “Mio padre mi ha maltrattato”, “Il mio partner mi ha lasciato”, “Ho perso il mio bambino” o “Sono stato licenziato”, e le usano per convalidare il motivo per cui la loro vita non funziona. Mentre si focalizzano su quelle cose nutrono quelle esperienze negative del passato, che continuano ad essere riciclate nel presente, impedendo a nuove esperienze di emergere.

Altre persone prendono una posizione totalmente differente. Essendo consapevoli di come il passato limita la loro libertà, decidono di cancellarlo con un’istantanea pulizia di primavera. Iniziano un’accurata impresa di cancellazione di tutto ciò che si riferisce al passato, persone, cose, luoghi, situazioni, ecc. La relazione con la mia ragazza è finita! Va bene, allora brucio tutte le sue foto, lettere, regali, cancello anche le e-mail e i messaggi, e così via, finché posso dire, spesso citando qualche frase di un libro New Age, che ho finalmente ripulito il mio passato e ora sono libero. E da quel momento tutto sarà realmente diverso! Beh, questo è un universo d’immense possibilità, e può essere davvero così se oltrepasso radicalmente la sintassi di questa realtà separata. 

Poiché il passato come lo percepiamo è un’illusione, cancellarlo può essere facile come cancellare dei documenti da un computer. Nel momento in cui mi sveglio dal sogno, sarà tutto finito. E tuttavia, a meno che non sono riuscito a padroneggiare l’arte di non cadere di nuovo addormentato, il passato trapelerà di nuovo alla fine, esattamente nello stesso modo, e l’unica differenza saranno gli attori e gli scenari.

Bene, adesso se volete fare una pausa, guardate The Immaculate Art of Deleting the Past su:
di  Cut! (cineasti dell’Università di Glasgow).

Lasciar andare il passato non è necessariamente cancellare il passato. Lungi dall’essere cancellato, il passato ha prima di tutto la necessità vitale di essere veramente riconosciuto e onorato, poi guarito e, se davvero non serve, rilasciato. Rilasciare non è gettare il passato nella pattumiera e poi confidare che l’autorità locale se ne sbarazzi. Il rilascio è liberazione, è permettere al passato di fluire nel presente, cancellare la paura e supportare luminosi elementi, così da apportare benedizioni al presente e al futuro. 

Il rilascio è perdono, e come dice Un Corso in Miracoli, “Perdonare è semplicemente ricordare solo i pensieri d’amore che hai dato nel passato e quelli che ti sono stati dati. Tutto il resto deve essere dimenticato. Perdonare è ricordare in modo selettivo, non basato sulla tua selezione.” (UCIM, T378). Il problema non è nel passato, è rimanervi bloccati, congelati nel passato. E questo accade quando consideriamo soltanto il passato, così come quando lo neghiamo.

Posso fingere che la mia ex ragazza non sia mai esistita, e cancellare tutte le prove della sua presenza. Questo può essere efficace temporaneamente se non riesco a far fronte alla situazione, tuttavia se ci sono problemi irrisolti con quella ragazza si ripresenteranno in un modo o nell’altro fintanto che scelgo di lasciarli andare davvero. E se non rilascio quei problemi durante la mia vita, beh, quei problemi probabilmente saranno trasportati nella mia “prossima vita” o raccolti dalle generazioni seguenti.

Sottolineo queste due opzioni perché credo che l’ostacolo principale nel rilasciare il passato non è la natura del passato stesso ma il modo in cui lo percepiamo. Posso considerare me stesso come un individuo separato che deve affrontare problemi personali durante la sua vita, e perfino nelle vite passate e future, oppure posso riconoscere me stesso come parte del collettivo, un essere planetario più grande, che include tutta l’umanità, passato, presente e futuro.

Nello sciamanesimo esiste la nozione di “cancellare la storia personale”, ma questo non è il passato, è il passato illusorio creato dalle nostre menti separate. La cancellazione si applica quindi al coinvolgimento dell’ego con il passato e la sua realtà separata. La percezione della separazione dagli altri e dal mondo è la configurazione umana arbitraria che necessita di essere abbandonata al fine di sperimentare la nostra vera identità e accedere ad una realtà molto più vasta.

E non è una pulizia di primavera; è un processo continuo e duraturo, che gradualmente permette al passato collettivo di emergere, un regno in cui tutte le menti sono unite. In questo caso i pensieri personali, essendo separati, non esistono o sono mere allucinazioni. Gli sciamani, più o meno universalmente, ricevono la maggior parte delle loro indicazioni da quel regno e lavorano intensivamente con gli antenati. Sperimentano passato, presente e futuro come un continuum temporale attraverso il quale viaggiano per ottenere conoscenza e perseguire i loro intenti sciamanici.

In molte tradizioni l’intera vita è basata su questo continuum temporale, in cui gli antenati rappresentano il riferimento principale nei culti e nelle pratiche sociali. Qualsiasi tipo di conflitto che si sviluppa nel presente è riconosciuto in relazione con il passato. E il passato viene esplorato come il livello della matrice, il regno dei templates (vedi articolo sotto) che possono svelare gli strumenti per guarire ogni conflitto a beneficio delle generazioni presenti e future.

Che tutti noi possiamo essere benedetti dal nostro luminoso passato che risplende nel più gioioso presente, si irradia nell’estatico futuro, e ritorna nel passato, in un circolo eterno di beatitudine e amore.

Franco
Immagine: Stop the Time © by Els De Bleeckere

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giovedì 23 dicembre 2010

In cerca di Natività (di Franco Santoro)

Il Solstizio d’Inverno e i successivi giorni del Capricorno, incluso Natale, sono sempre stati un periodo significativo poiché segnano l’ingresso nel nostro mondo separato di una divinità solare, un essere luminoso in totale armonia con Dio, una manifestazione perfetta della nostra vera natura multidimensionale sulla terra, di cui Gesù è portatore.

Il Cristo cui mi riferisco è un’eterna condizione multidimensionale, la rappresentazione della nostra vera natura, laddove l’ego, il sé separato, occulta la nostra vera natura,. Nel corso della storia umana molti ricercatori hanno tentato di trascendere tale identità separata, causa d’ogni sofferenza e avversità. 

L’ego in sé non è cattivo, quando definisce i confini dell’identità ordinaria di cui abbiamo bisogno per far fronte alla realtà quotidiana. Ma l’ego è la più gran calamità quando c’imprigiona in un sé separato, privo d’ogni connessione con gli altri e con l’infinità del nostro essere. Il modo migliore per trascendere l’ego è attraverso il sentiero del perdono, che è la strada del vero Amore, la via per scoprire la nostra connessione con Dio e con chi realmente siamo.

Ogni essere umano ha la capacità di sperimentare il vero Amore e la presenza di Dio. Per molte persone il termine Dio ha perso interesse ed è perfino considerato con repulsione e resistenza. Tra molte persone, inclusi anche individui spirituali, è talvolta inopportuno menzionare Dio, siccome potrebbe facilmente dare un’impressione sbagliata e causare pregiudizi. Questo accade perché alcuni concetti di Dio derivano da scritture e regole che forniscono una falsa immagine di Dio, che suscita paura, colpa e giudizio. 

Questo è il Dio creato dall’ego, un falso idolo che ha lo scopo di mantenere il nostro mondo separato. Eppure esiste un altro Dio, il vero Dio, che è l’oggetto della nostra ricerca. Quando paura, colpa e giudizio sono all’opera l’ego ha il comando e non c’è traccia del vero Dio, che è Amore incondizionato ed è sperimentato nel profondo dei nostri cuori, nel territorio interiore del nostro essere. 
 
Non importa quale nome usiamo per definire Dio. Dio assume molte forme e nomi, e Cristo, Spirito Santo e Gesù sono solo termini specifici tra migliaia. Ciò che conta è ovviamente l’esperienza di Dio, non la forma che impiego per rivolgermi a Dio. Quello che la maggior parte delle persone sul sentiero cerca oggi non sono formalità spirituali, dottrine, guru o credi, ma sentieri d’esperienza diretta. 

Cerchiamo una comunione diretta con Dio, un’esperienza diretta di Amore e la verità riguardo chi siamo. Il perdono è la via per lasciar andare il sé separato che blocca quest’esperienza, e svelare la realtà del vero Amore, che è Dio Stesso. È un sentiero che implica la risoluzione sistematica di conflitti e dualità, una strada che fermamente apre la via all’unità e all’abbandono di tutta la sofferenza del mondo separato.

Questi giorni di celebrazione sono potenti, poiché possono permetterci di portare nel presente la nascita di Cristo e di tutti gli esseri luminosi che hanno vissuto su questa terra. In questo periodo, mentre commemoriamo la Natività, celebriamo anche la nascita del Cristo in noi. 

Gesù è rinato in noi quando ci volgiamo alla nostra interiorità e sveliamo la fonte interiore del vero Amore. Ogni volta che ci fermiamo e guardiamo dentro di noi, invitando la presenza di Dio, del genuino Amore, il Cristo è rinato in noi e la via del perdono si schiude con decisione.

Che cosa significa realmente fare rinascere Gesù in noi? Cosa vuole dire in pratica camminare lungo la via del perdono? 

Questi termini possono sembrare talvolta astrazioni o concetti vuoti, suscettibili di malintesi e confusione, specialmente quando siamo coinvolti nei drammatici e gravosi problemi della vita di tutti i giorni. Fare rinascere il Cristo in noi significa darGli il permesso di guidarci fuori dalla miseria e dal dolore della nostra vita separata. Questo è il perdono. È la pratica continua di identificare noi stessi e tutto ciò che esiste soltanto con l’affetto e l’amore, esprimendolo attivamente, mentre lasciamo andare tutto ciò che gli è estraneo.

Perdonare è semplicemente ricordare solo i pensieri d’amore che hai dato nel passato e quelli che ti sono stati dati. Tutto il resto deve essere dimenticato. Perdonare è ricordare in modo selettivo, non basato sulla tua selezione.” (UCIM, T 378)

Gesù è rinato in noi, e il perdono si rivela, quando cerchiamo Dio nell’intimo, quando ricordiamo chi veramente siamo, quando abbandoniamo la nostra identità illusoria e ci apriamo al luminoso mistero interiore. È rinato quando scegliamo di vedere il volto di Cristo in tutti i nostri fratelli e sorelle, inclusi noi stessi. 

Il perdono è la pratica di mandare il Benocchio, che è l’opposto del Malocchio, e significa guardare gli altri attraverso gli occhi amorevoli dell’innocenza, senza vedere rancori e miseria. In questo modo tutti noi c’illuminiamo e risplendiamo in piena bellezza, non perché qualcosa di fisico è accaduto, ma semplicemente perché possiamo vedere gli altri senza le proiezioni di colpa e sofferenza che avevamo un tempo lanciato.

Questo fratello che sta al tuo fianco sembra essere ancora un estraneo. Non lo conosci e la tua interpretazione di lui fa molta paura. E lo attacchi ancora, per mantenere indenne ciò che sembri essere tu. Tuttavia la tua salvezza è nelle sue mani. Vedi la sua pazzia, che odii perché la condividi. E tutta la pietà e il perdono che la guarirebbero, cedono davanti alla paura. Fratello, hai bisogno di perdonare tuo fratello, perché insieme condividerete la pazzia o il Cielo. E tu e lui alzerete gli occhi insieme con fede, o non li alzerete affatto.” (UCIM, T-19.IV.D.12)

Praticare il perdono significa scandagliare la nostra mente e il nostro cuore, in cerca di aree di rancore e sofferenza, e offrirle come dono a Dio. Con il Capricorno raggiungiamo l’apice dell’oscurità, della separazione e della densità, ma questa massima espressione delle tenebre è seguita dal trionfo della luce. È il periodo dell’anno che segna il culmine dell’oscurità, la quale arriva come un dono per essere benedetta dalla luce emergente.

Il segno del Natale è una stella, una luce nell’oscurità. Non vederla fuori di te, ma splendente nel Cielo interiore, e accettala come segno che il tempo di Cristo è venuto. Egli viene senza esigere nulla. Non chiede alcun sacrificio di niente e di nessuno. Alla Sua Presenza l’intera idea di sacrificio perde ogni significato. Perché Egli è Colui Che ospita Dio. E tu non devi far altro che invitare Colui che è già lì, riconoscendo che il Suo Ospite è Uno, e nessun pensiero estraneo alla Sua Unità può dimorare lì con Lui.” (UCIM, T15, XI.2)

Perdonare significa esprimere la scelta risoluta di consentire il rilascio del dolore e della sofferenza. Ci rendiamo conto che non intendiamo tenerci ancora dentro i nostri rancori. Diventiamo consapevoli che non ci serve tenere questi rancori per dimostrare quanto siamo sfortunati, in che modo orribile qualcuno ci ha feriti o com’è disperata la nostra vita.

 “Questo Natale dai allo Spirito Santo tutto ciò che ti ferisce. Permettiti di essere completamente guarito così che ti possa unire a Lui nella guarigione, e celebriamo insieme la nostra liberazione liberando tutti con noi. Non lasciarti nulla alle spalle, perché la liberazione è totale e quando l’avrai accettata con me la darai con me. Ogni dolore, sacrificio e piccolezza scompariranno nella nostra relazione, che è innocente come la relazione con nostro Padre, e altrettanto potente. Il dolore verrà portato a noi e scomparirà in nostra presenza, e senza dolore non può esserci sacrificio. E senza sacrificio, lì deve esserci l’amore.” (UCIM, T15, XI.3)

L’essenza del Natale è l’Amore. Lo Spirito si manifesta nel mondo separato attraverso la nascita di un essere umano luminoso. Ogni anno durante questo periodo l’energia del Cristo fluisce sulla terra, pervadendo il nostro mondo con il seme dell’unità e l’invito ad unirsi a Dio. Gesù è un esempio di quest’incarnazione, ma tutti noi lo siamo! Tutti noi possiamo diventare la manifestazione di Dio, i veicoli d’Amore in questo mondo. Non è un’impresa solitaria. 

Dio e Amore sono unità, e la loro manifestazione è possibile soltanto quando ci uniamo insieme, riconoscendo lo stesso Amore in ognuno di noi. Non possiamo vedere Dio con gli occhi fisici, ma possiamo vedere i nostri fratelli e sorelle come realmente sono. Svelando la luce e l’amore in loro, Dio s’incarnerà in loro e scopriremo chi veramente sono. Quando vediamo la luce nei nostri amici, impariamo a riconoscere Dio che si esprime attraverso loro, e in questo modo impariamo anche a diventare consapevoli di come Dio opera in noi.

Quando ti avvicini a un fratello ti accosti a me, e quando ti ritiri da lui ti allontani da me.  La Salvezza è un'impresa collaborativa. Non può essere intrapresa con successo da coloro che si disimpegnano nei confronti della Figliolanza, perché essi si stanno disimpegnando da me. Dio verrà da te solo finché Lo offrirai ai tuoi fratelli. Prima impara su di loro e sarai pronto per udire Dio. Questo perché la funzione dell'amore è una sola." (UCIM, T4.VI:8). 

Il perdono è l’arte di imparare a percepire tutte le nostre relazioni come una prova della nostra santità, invece che come una fonte di rancori. È lasciare andare l’immondizia che abbiamo proiettato sui nostri fratelli e sorelle, che è la stessa immondizia che abbiamo proiettato su noi stessi. È permettere al cielo stellato di penetrare l’oscurità del firmamento invernale, spargendo benedizioni su chiunque ci circonda, all’interno e all’esterno. 

L’intero Zodiaco può essere esplorato dalla prospettiva del perdono, usando i 12 differenti segni come rappresentazioni di tutti gli aspetti della vita, di tutti gli altri, dentro e fuori di noi, lasciando andare i loro rancori e supportando il loro ritorno alla luce originale cui appartengono. In questo modo il Cristo è nato di nuovo in noi, perché è nato nuovamente in ognuno e in ogni cosa. Mentre entriamo in questo periodo festivo lasciamo che ogni albero di Natale, ogni decorazione che vediamo nelle strade, ogni volta che spediamo o riceviamo una cartolina natalizia, ogni momento in cui auguriamo Buon Natale a qualcuno o riceviamo i suoi santi auguri, sia una conferma che il Cristo è venuto in noi e, attraverso noi, a tutti e a tutto ciò che esiste.



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martedì 21 dicembre 2010

Una lettera solstiziale e natalizia (di Franco Santoro)

Il Solstizio è una gloriosa celebrazione del mistero delle polarità, la relazione continua tra la luce e il buio, il caldo e il freddo, che dona la consapevolezza che tutti gli aspetti della vita fanno parte di una stessa unità. Per questo tutte le culture umane hanno sempre trovato un modo per celebrare questo momento.
Il Solstizio d’Inverno e la settimana seguente sono il periodo ideale per riconoscere i cicli della Terra, per rallentare e acquisire consapevolezza di cosa sta accadendo nella nostra vita, da dove veniamo, dove stiamo andando, dove siamo e che cosa veramente conta in questo viaggio.
Nel 2010 abbiamo tutti letto o sentito parlare ampiamente di notevoli disastri, terremoti, alluvioni, blocchi del traffico aereo e altri seri rancori planetari. Sembra probabile che il nostro pianeta incontrerà massicci sconvolgimenti nei prossimi anni. Tuttavia, secondo me, l’unico modo di affrontare il problema, reale o meno che sia, si fonda sul capire chi siamo veramente.
Solo questo ci può guidare a scoprire che cosa stiamo facendo qui e qual è il vero problema. È inutile occuparsi di un problema se non so chi si sta occupando del problema. Se non conosco chi intende risolvere il problema, il vero problema è che non sappiamo chi siamo, ed è da qui che bisogna cominciare, prima di fare qualunque altra cosa.
Le lunghe notti del Solstizio d’Inverno sono momenti molto rasserenanti e di guarigione. Si stendono come coperte gentili, dispensando il dono di stare insieme con chi amiamo, e anche di rimanere soli, in compagnia delle nostre parti interiori. Unendoci per celebrare, in solitudine, con altri, o entrambi, rimanendo vicini e sognando. Sognando ciò che è buono, ciò che desideriamo per noi stessi, per i nostri fratelli e sorelle, e per il mondo. Ma questo è anche un momento in cui i sogni elevati possono essere lanciati e radicati nella Terra, in cui possiamo decidere di piantare i semi delle nostre più alte aspirazioni e impegnarci a coltivarli, servendo noi stessi e il mondo.
Questo periodo dell’anno è perfetto per la ricapitolazione, una delle principali pratiche sciamaniche di guarigione. Ricapitolazione significa passare in rassegna esperienzialmente la propria vita e liberare incoscienza e rancori intrappolati nel passato. Questi elementi dolorosi e inconsci sono riciclati costantemente nella nostra storia personale dalla memoria collettiva planetaria. Essi sono la causa di tutti i conflitti emozionali ricorrenti e di sentimenti innominabili. Sono quel che ci intrappola in una realtà separata, prosciugando l’energia vitale di cui abbiamo bisogno per accedere alla nostra vera natura ed elevarci di nuovo nei regni multidimensionali. Questi rancori continuano a fomentare un continuo stato di prigionia emozionale, finché non sono completamente identificati, elaborati e infine liberati nel flusso dell’universo.
Ci sono molte tecniche che possono essere impiegate per la ricapitolazione, incluse pratiche consolidate e usate tradizionalmente durante questo periodo festivo. Alcune non mostrano necessariamente connotazioni sciamaniche evidenti, eppure sono molto potenti se praticate con integrità e intento (vedi l’articolo “La Ricapitolazione e i Dodici Giorni di Natale”, per la versione inglese aggiornata clicca qui)
Durante questo periodo dell’anno molti di noi probabilmente riceveranno e invieranno tante cartoline e lettere di auguri. Io non sono un campione in questo tipo di corrispondenza, tuttavia mi fa piacere riceverla. Soprattutto, ciò che veramente gradisco ricevere a Natale è una lettera di auguri da me stesso. È una lettera solo per me, che non condivido con nessun altro in questo mondo. Tuttavia, sebbene il contenuto della lettera è segreto nel mondo ordinario, è pubblico in altri regni. Questa lettera è indirizzata solamente a me, come essere umano, e tuttavia è una lettera aperta nei regni multidimensionali e a Dio stesso.
In questa lettera riconosco tutti i doni che ho ricevuto durante l’anno, raccontando gli episodi di gioia, bellezza, successo e amore, inclusi desideri, speranze e aspirazioni. Scrivo di persone e luoghi cui sono grato, lezioni che ho compreso, assicurandomi che alcune cose ovvie, che tendo a non considerare o a dare per scontate, siano anch’esse pienamente onorate. Nella lettera esprimo i miei intenti per il Nuovo Anno, e le cose belle che desidero sperimentare e creare per me stesso, per i miei cari e per il pianeta in genere.
Nella lettera scrivo delle mie delusioni, paure, tristezze e altri rancori. Parlo di situazioni in cui mi sono sentito confuso, bloccato e incapace di andare avanti. Menziono il dolore, la miseria e quant’altro nella mia percezione è fonte di sofferenza per me e per il mondo. Chiedo guarigione, vera comprensione e il rilascio di tutto questo. Faccio del mio meglio per essere diretto e onesto, riconoscendo incidenti e momenti di tensioni con le persone, specialmente ciò che sembra ancora irrisolto. Includo anche un riferimento ad aree estreme d’oscurità, dolore e impotenza, che continuano ad affiorare nella mia vita.
In questa lettera permetto ad ogni parte dentro di me di esprimersi, tutti i miei chakra dal primo all’ultimo, e gli aspetti della mia carta astrologica, non importa se buoni o cattivi, contraddittori o paradossali. In tutto quello che scrivo posso essere molto aperto perché so chi legge comprende davvero quello che voglio dire. È una lettera d’auguri da e per qualcuno che mi conosce molto bene. È una lettera indirizzata a me, e a Dio, che alla fine include tutto e tutti, il che significa che questa lettera mi risparmia il tempo di scrivere così tante cartoline di auguri e simili.
Se lo desideri puoi anche tu scrivere una lettera simile a te stesso, che io considero la migliore lettera che può essere ricevuta a Natale. In questa parte dell’anno anche molti bambini scrivono lettere. Scrivono a Babbo Natale. Tradizionalmente in passato si usava mettere le lettere in fondo al camino, così che il tiraggio le può trasportare lungo la canna fumaria fino a Babbo Natale. Lo scopo di scrivere queste lettere è principalmente in apparenza quello di ricevere regali e giocattoli. Da bambino, non riesco a ricordare niente di più eccitante della Vigilia di Natale, quando nella mia casa Babbo Natale era solito distribuire i regali. La maggior parte dei bambini riceveva i regali la mattina di Natale, ma siccome i miei genitori avevano preso accordi speciali, potevo ricevere una consegna anticipata.
Beh, alla fine ciò che conta è ricevere i regali, non importa se il mattino o la sera. In questo periodo festivo circolano molti regali, e poiché questo è un notiziario astrosciamanico il mio invito è di accogliere e gioire dei regali fisici, ma scoprire e afferrare anche i regali multidimensionali. Sono gli unici regali privi di data di scadenza, quelli che rimangono con noi indipendentemente da dove e quando andiamo.
Desidero esprimerti la mia gratitudine per essere un lettore di questi articoli. Se hai preso parte a seminari, sessioni o altri eventi nel 2010 o negli anni precedenti, ti ringrazio di cuore, pancia e testa. Aver avuto l’opportunità di incontrarti è uno dei regali più luminosi, che sono felice di riconoscere al tramonto dell’anno. Questo per me è un regalo sia fisico sia multidimensionale, e voglio che tu ne sia consapevole. Tantissime grazie!
Sei sempre il benvenuto se scegli di partecipare ad altri eventi, sessioni o corsi (vedi il calendario in basso). Sono anche a tua disposizione se desideri semplicemente connetterti per condividere le tue esperienze e tutto ciò che ha importanza per te. A questo proposito puoi contattarmi via e-mail.

Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti! Possiate sperimentare il vostro amorevole e radioso sé in questi giorni festivi, e possiate generosamente condividerlo con gli altri a tutti i livelli.
Franco

Per la versione originale in inglese di questo articolo clicca qui
© 2010 Franco Santoro, Cluny Hill College, Forres IV36 2RD, info@astroshamanism.org
disegno di Pierre Cendors, traduzione dall'inglese all'italiano di Anna Luna Caricari

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