martedì 25 settembre 2012

Ombre autunnali (di Franco Santoro)

L'autunno è una stagione ideale per fare un inventario della propria vita, lasciando andare ciò che non serve più.

Guardati attorno! Osserva ciò che ti viene riflesso negli accadimenti della tua vita.

Considera il luogo dove vivi, quello in cui lavori, la tua professione, la famiglia, gli amici, la tua situazione finanziaria, le tue relazioni, la tua vita sessuale, quella spirituale, le tue gioie, i tuoi dolori e qualunque aspetto dominante della tua esistenza.

Tutto ciò che consideri, lo hai creato tu, e ti serve per apprendere delle lezioni.

E' questo quello che vuoi?

E' questo il modo in cui vuoi vivere?

La tua vita è allineata con ciò che vuoi, con il tuo Intento?

Qualora la risposta sia negativa, tieni conto che queste domande non servono per farti sentire a disagio, svalutato o depresso.

Al contrario, il loro scopo è darti potere.

Se sei onesto con te stesso e consideri la realtà della tua vita, di ciò che hai creato, senza svolgere il ruolo della vittima e giustificarti, sei già sulla strada di potere e trasformazione.

Sii consapevole delle tue proiezioni!

Considerale attentamente, senza giudizi. Diventa disponibile a riconoscere ciò che proietti sugli altri e che puoi invece rivendicare per te stesso.

Le proiezioni sono ombre, che riflettono te stesso e ti danno una prospettiva più ampia di ciò che sei.

L'autunno è un periodo eccellente per lavorare con le ombre, perché quando il Sole inizia ad abbassarsi sull'orizzonte, le ombre diventano più lunghe e chiare.

Le ombre sono portali verso altre dimensioni.

Dedica tempo ad essere consapevole delle ombre.

Guardale semplicemente.

Puoi anche trascorrere del tempo da solo di notte all'aperto in luoghi oscuri, permettendo al buio naturale di circondarti.

Se hai paura, considera di che cosa hai paura.

Se ti piace, prendi atto di ciò che ti piace.

Permetti alle ombre e al buio dell'autunno di essere i tuoi maestri.

 © Franco Santoroinfo@astroshamanism.org

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o scrivi a provordo@yahoo.co.uk

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venerdì 21 settembre 2012

Giustiza - Bilancia: Viaggio Astrosciamanico nel Tarocco (di Franco Santoro)


Gli articoli di questa serie sono semplicemente una panoramica introduttiva sull’argomento.
Per l'articolo introduttivo a questa serie, clicca qui


La Giustizia è l’Arcano Maggiore associato al segno della Bilancia. In molti mazzi di tarocchi, e nel Rider Waite Tarot, cui ci riferiamo in modo specifico in questa serie di articoli, questa carta raffigura una donna incoronata, o una figura androgina, che siede fermamente su un banco di pietra, con un piede che protrude dal suo vestito. La donna tiene una bilancia con la mano sinistra, mentre con quella destra punta verso l’alto una spada a doppia lama.

L’immagine ricorda la dea greca titanica Themis, figlia di Urano e Gaia (Cielo e Terra), madre delle Stagioni e di Astraea, l’ultima degli immortali che visse con gli umani nell’era del ferro. Themis è tradizionalmente rappresentata nelle corti di giustizia e nei tribunali. Tuttavia, a differenza di quelle figure la Giustizia dei Tarocchi non è bendata. 

Quest’arcano concerne il vedere e riconoscere consciamente la verità su noi stessi e il mondo, e il fare le scelte giuste secondo un profondo senso di giustizia, piuttosto che ciò che è considerato giusto secondo la realtà consensuale. Un profondo senso di giustizia riconosce tutti gli aspetti della realtà, ordinari e non-ordinari, vita e morte, tenendoli in equilibrio, senza permettere che alcuno di essi prevalga.

La spada a doppia lama nella mano destra enfatizza il potere dell’esercizio cosciente della scelta. Ciascuna scelta che facciamo ci consente di muoverci lungo il cammino di guarigione. Questo sentiero è formato da tutte le scelte che abbiamo fatto nel passato, che determinano il nostro futuro secondo quello che facciamo nel presente.

La Giustizia ci confronta con l’inizio di un nuovo ciclo in cui è necessario compiere una scelta. Non è una carta molto popolare poiché è priva del fascino caratteristico di altre carte, e pure perché ci sfida con le associazioni in genere relazionate con la giustizia, il giudizio, le pene, ecc. 

Nel mazzo di Aleister Crowley la carta di chiama “Adjustment” e suggerisce una modifica, una correzione o bilanciamento lungo il proprio cammino, come conseguenza del riconoscimento di qualcosa di più ampio. La Giustizia, che nel cristianesimo tradizionale è la più importante delle Virtù Cardinali, rappresenta il punto di moderazione tra egocentrismo e altruismo, e gioca un ruolo chiave nella gestione d’ogni possibilità di relazione.

La Giustizia è associata alla Bilancia, il settimo segno dello zodiaco. I primi sei segni, dall’Ariete alla Vergine, sono in rapporto con lo sviluppo dell’ego e del sé individuale. La loro natura è soggettiva e focalizzata sulla relazione con se stessi. Qui i rapporti con il mondo esterno sono orientati e compresi secondo la propria intenzione individuale. 

La Bilancia e l’Equinozio di autunno delineano un cambiamento radicale e l’inaugurazione di un nuovo ciclo che si sviluppa con i secondi sei segni, dalla Bilancia ai Pesci Questi segni sono diretti all’integrazione con il mondo esterno e, più esotericamente, con la propria Ombra, il mondo non-ordinario, incluso il mistero della morte, con lo scopo di espandere i confini della coscienza individuale. La Bilancia è l’iniziatore della seconda metà dello zodiaco e muove il suo primo passo verso l’esterno con il tipo d’interazione più classico, ossia il rapporto di coppia, che a livello esoterico è il primo gradino della morte iniziatica. 

La sfida principale per la Bilancia è mantenere l’equilibrio tra la natura individuale centrata su se stessa e la parte sociale orientata verso il partner e gli altri, tra il mondo interiore e quello esteriore, il conscio e l’inconscio, la morte e la vita, l’ego e l’Ombra.

La Bilancia sposta la focalizzazione dall’individuo al collettivo, da ordinario a non-ordinario e, mentre ciò promuove guarigione ed espansione di consapevolezza, il rischio è perdere la connessione con il precedente sentiero centrato su se stessi e la sua intenzione originale, a causa dell’eccessiva attenzione data a quello che emerge nelle relazioni con gli altri, o con il non-ordinario. 

Questo stadio, quando è sbilanciato, è seguito tipicamente da un risveglio dell’intenzione perduta, che spesso porta a vedere le relazioni, o il non-ordinario, come la causa di tale perdita. Ciò produce in genere un ribaltamento del processo precedente, da collettivo a individuale, non-ordinario a ordinario. Il processo si ribalterà poi nuovamente una volta che raggiungerà un successivo sbilanciamento, e così continuerà, spaziando da un eccesso all’altro, alimentando il conflitto tra le polarità su cui si fonda la realtà di separazione dell’ego.

La Giustizia può rappresentare un momento rilevante di consapevolezza su quanto sopra, un fermo invito all’equilibrio nelle nostre relazioni e in tutti gli aspetti della vita e, specialmente, morte. 

La morte è in vero l’aspetto che è soggetto a maggiore squilibrio, poiché nella nostra realtà consensuale è fondamentalmente negata e inconscia. Di conseguenza, la Giustizia spesso ci confronta con la paura della morte, che pure comprende l’incapacità di lasciare andare nelle nostre relazioni con gli altri e il mondo, la mancata accettazione dello stato provvisorio della realtà fisica, che è il rifiuto di ciò che ciascun essere umano è destinato ad affrontare su questo pianeta.

E’ essenziale notare qui che un vero equilibrio tra le polarità e i mondi può essere perseguito solo mediante una partecipazione diretta dello Spirito, la terza polarità, l’identità multidimensionale centrale (IMC), Dio. Quindi, la figura della carta che tiene la spada puntata in alto con la mano destra, enfatizza il bisogno di dirigere la propria attenzione cosciente verso la presenza dello Spirito, come un requisito essenziale per mantenere vero equilibrio e giustizia.

Giustizia e Bilancia, operano come portali verso l’arcano della Morte e lo Scorpione, che sono la seguente tappa del viaggio lungo lo zodiaco. La carta rappresenta tutte le figure di mediazione che custodiscono l’accesso all’altro mondo e qualsiasi processo di trasformazione radicale, come morte, rinascita, mutaforma, ecc. 

Il modello è quello di Maat, la dea egiziana della verità e giustizia, che al momento della morte pesa il cuore del deceduto nella Grande Bilancia, usando come contrappeso una penna di struzzo. Se il cuore è più pesante della penna, l’anima è rimandata nella terza dimensione, il mondo dell’illusione e della separazione, al fine di liberare il peso in eccedenza. Se invece il cuore è più leggero, o di peso uguale, l’anima si può muovere oltre. Nella tradizione cristiana l’arcangelo Michele svolge una funzione similare. Mi viene in mente a questo punto il film Ultima fermata paradiso (Defending Your Life) che raccomando per l’esemplificazione ingegnosa dei temi della Giustizia e della Bilancia.

La Giustizia descrive l’essenza di tutte le scuole misteriche e della conoscenza esoterica. E’ associata con la verità e la giustizia immutevole, quella che è la stessa dall’inizio dei tempi. Include ogni atto o stato che promuove equilibrio, cooperazione e reciprocità tra tutte le apparenti polarità e diversità, tra alto e basso, vita e morte, dei ed esseri umani. 

La Giustizia è il riconoscimento e l’espressione cosciente dell’armonia e dell’equilibrio multidimensionali. Nei tempi antichi non c’era separazione tra le dimensioni. Tutti i regni erano uniti e gli uomini erano dei e gli dei erano uomini. Quando il processo di separazione iniziò a diventare inarrestabile certe pratiche rituali furono introdotte per salvaguardare la connessione tra i mondi, almeno in alcuni momenti del giorno o dell’anno, o in certi luoghi (templi, siti sacri, ecc.). Quindi, la celebrazione di riti ed esercizi spirituali, l’impiego di certe usanze e costumi, divennero un modo per praticare Giustizia. Questi mezzi permettevano, e ancora consentono, una relazione con gli antichi portali e ponti verso altre dimensioni, sebbene non implicavano, e non implicano, il passaggio oltre. 

Mentre la fedeltà a specifiche pratiche è fondamentale e dimostra la propria volontà di recuperare l’unità originaria, onde potersi muovere veramente oltre è necessario attraversare la struttura famigliare del ponte e fare ingresso nel mistero, la sfera della gnosis, la conoscenza derivata da un’esperienza diretta.

Nella divinazione, la carta della Giustizia indica un momento in cui è richiesta una consapevolezza attenta al fine di acquisire maggiore comprensione su ciò che accade nella vita. Può indicare che un dato risultato o situazione è la conseguenza di scelte fatte nel passato, e che occorre accettarle karmicamente, non importa se siano buone o cattive. Allo stresso tempo ciò promuove la possibilità di cambiare o correggere un corso di azione in considerazione delle lezioni apprese dal passato e dal presente. Può pure significare un risultato potenziale nei termini sopraccitati riguardo al futuro. Inoltre la carta rappresenta un confronto con ciò che è stato negato o evitato, perché scomodo, come un completamento, una rivendicazione, una mancanza, o qualunque situazione di rilascio, che ora emerge per richiedere equlibrio


© Franco Santoro, Findhorn Foundation Cluny Hill, Forres IV36 2RD, UK, info@astroshamanism.org 


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mercoledì 19 settembre 2012

La via dell'autunno (di Franco Santoro)

Findhorn Foundation Cluny Hill

La via dell'autunno rappresenta la conclusione e la  morte di un vecchio ciclo e di tutto ciò che è stato dapprima famigliare. E’ un periodo molto intenso e benedetto. 

Qui hai la possibilità di liberare l’identificazione convenzionale del tuo ego, come centro della tua consapevolezza, e muoverti in dimensioni che permettono di rivelare una più vasta prospettiva di quello che sei. 

Mentre il cielo gradualmente procede a esternare maggiore buio, e la natura principia a decadere nel suo aspetto esterno, giunge pure un tempo di oscurità e morte ad un livello emozionale, mentale e spirituale. 

Questo processo di morte iniziatica è sovente chiamato la Via del Guerriero Spirituale, o morte sciamanica. In quanto tale, può provocare trepidazione all’ego consueto e alla sua tendenza di aggrapparsi alle cose per paura di affrontare ciò che dimora oltre. 

Coltivando l’introspezione e la connessione con la tua natura interiore, puoi congedarti dalle paure generate dalla credenza nella separazione e recuperare il supporto che necessiti per avanzare lungo il cammino di trasformazione.

L’accettazione della strategia della morte iniziatica e la rinascita che ne deriva, facilitano l’accelerazione di profondi cambiamenti senza passare attraverso la finzione di patire dolori o perdite. 

La sfida principale dell'autunno consiste nell’apprendere a morire bene verso ciò che non serve più e nell’essere aperti a ricevere quello che onestamente rinforza l’Intento connesso alla Funzione. 

Buone domande sono qui: “Cosa c’é nella mia vita che necessita di morire? Quali modalità di vivere nel mondo non sono più in armonia col mio Intento? Che cosa non mi serve più? Cosa non è più utile ai miei compagni, alla comunità in cui vivo, al pianeta, all’universo?”

Quando osservi il mondo solo attraverso la prospettiva della tua identità personale o della cultura a cui apparentemente appartieni, permetti all’invenzione del tuo ego personale o collettivo di governare come centro dell’universo piuttosto che consentire alla tua vera natura, e a tutto ciò che rappresenta, di collocarsi al centro. 

Quest’atteggiamento può essere utile nei primi anni trascorsi su questo pianeta, al fine di costruire confini e una robusta struttura strategica dell’ego. Se questa fase degenera in un’idolatria della tua individualità, famiglia, paese, gente, ecc., come qualcosa di separato o identificato con una forma fisica, allora l’intero senso della strategia si perde. 

L'autunno è un tempo alquanto controverso che può causare una certa confusione, se perdi di vista la connessione con la tua vera natura multidimensionale e ti lasci intrappolare dal sistema di pensiero frammentato dell’ego personale o collettivo. 

“L’ego è folle. Esso sta nella paura oltre l’Ovunque, in disparte dal Tutto, separato dall’Infinito. Nella sua follia pensa di essere diventato vincitore su Dio Stesso. E nella sua terribile autonomia <vede> che la Volontà di Dio è stata distrutta. Esso sogna la punizione e trema davanti ai personaggi dei suoi sogni: I suoi nemici, che cercano di ucciderlo prima che possa assicurarsi la propria sicurezza attaccandoli”.[1]

Lasciare andare l'ego significa rinunciara ai tuoi attaccamenti al dolore, liberare la tendenza a volere avere ragione a scapito di essere felici, essere disponibile ad esplorare altre dimensioni o modalità esistenziali. Si tratta inoltre di essere consapevole del tuo ruolo di canale e luogo di incontro per energie di molteplici realtà. 

Hai bisogno di comprendere che in ogni singolo momento puoi scegliere se contribuire all’unità o alla separazione, e che questa scelta comporta essere consapevole della qualità dei tuoi pensieri.

Al fine di ricevere qualcosa di nuovo, ti viene chiesto di liberare ciò che è vecchio e non è più necessario. Rilascio e morte sono una parte integrale del ciclo della natura a tutti i livelli, e durante l'autunno ciò raggiunge il suo apice.

Mentre questo processo si sviluppa, l’ego avverte che la struttura della sua allucinazione è minacciata e le sue reazioni possono farsi assai intense. Certe situazioni della vita possono apparire confuse, spaventose, precarie, dolorose o tristi. E malgrado ciò, una notevole trasformazione sta avendo luogo e incredibile benedizioni germogliano. La fede è necessaria. 

Sii con la tua natura più vera e profonda, il tuo Spirito Guida, o Identità Multidimensionale Centrale,  e abbi fede in essa, in quello che è semplicemente un momento passeggero di travaglio. Prosegui lungo la via dell'autunno, confidando che le ricompense per il tuo lavoro sono imminenti. Permetti a te stesso di essere nutrito da una nuova percezione e accetta il supporto che è disponibile per te.



[1] Un Corso in Miracoli, Libro degli esercizi, p. 469.


© Franco Santoro, Findhorn Foundation Cluny Hill, Forres IV36 2RD, UK, info@astroshamanism.org
 


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sabato 8 settembre 2012

Un viaggio importante (di Franco Santoro)


Le 144 combinazioni tra il Sole e la Luna, così come sono descritte nel ciclo lunare annuale, mi hanno insegnato importanti lezioni esperienziali e hanno fornito buona parte delle mie conoscenze astrologiche. Sono grato di aver permesso alla Luna ed al Sole di essere i miei insegnanti. 

Quando cominciai lo studio di astrologia e simbolismo in generale, lessi molti testi. Sebbene i libri mi piacevano, mi resi conto che le letture contribuivano ad aumentare confusione e incertezza. Mancava qualche cosa di essenziale nel mio studio e non sapevo dove trovarlo. 

Dalla mia Guida (almeno, credo si trattasse di essa), mi giungeva regolarmente questa risposta: “Se vuoi conoscere i pianeti, gli astri e gli dei, ebbene chiedi ciò che vuoi sapere ai pianeti, agli astri e agli dei stessi.”  

Il suo suggerimento era troppo ovvio e facile. La mia mente complicata non era in grado di accettarlo. Indi, messo da parte il rapporto con la Guida, seguitai a muovermi da un libro ad un altro, esplorando maestri e percorsi spirituali di ogni sorta. Alla fine entrai uno stato di tale disperazione intellettuale ed emotiva. Sentii che la mia vita era inutile. Non sapevo che fare del mio potenziale. 

Avevo molta energia che voleva esprimersi, qualche cosa da comunicare e creare. La definizione di quel qualcosa non era disponibile in alcun libro ed io non avevo idea di cosa fosse e a chi o in che modo potevo comunicarlo. Nessuno, nell’ambiente circostante, era in grado di comprendere la mia situazione. Mi sentivo come un completo alieno e l’unica cosa cui riuscivo a pensare per uscire da tale stato era solo la morte. 

Fu nel bel mezzo di quel tragico e potente momento che mi ricordai del suggerimento della Guida. La situazione era talmente grave che proprio non avevo altra scelta che seguire il consiglio che per tanto tempo avevo accantonato. 

“Va bene!” esclamai “Mi metterò in contatto con questi benedetti pianeti ed esseri divini! Non ho nulla da perdere dopo tutto, poiché allo stato in cui mi trovo sono già disposto a perdere tutto. Allora, come posso procedere?” 

La Guida rispose domandandomi con quale dio desideravo iniziare. Sebbene la cosa mi paresse piuttosto ridicola, decisi che avrei incontrato prima il dio Apollo, quale rappresentante del Sole. A questo punto pensavo che si trattava di procedere ad un lungo periodo di formazione, estenuanti pratiche e complessi iter burocratici, prima di poter solo considerare l’idea di incontrare Apollo. Ne consegue che fui totalmente sorpreso allorché la Guida mi esortò a incontrare Apollo direttamente in quel momento. E fu così che stabilii il mio primo rapporto ufficiale con uno Spirito Totem. 

Apollo mi diede molto supporto e potere, fornendomi notevoli suggerimenti riguardo uno dei miei primi seminari. In quell’occasione egli ebbe a dire: “Stabilisci un rapporto regolare con me e mia sorella Artemide. Porta quello che trovi nel mondo sotterraneo a me. Hai la mia benedizione per i tuoi seminari. Evidenzia la relazione tra Sole e Luna.” Quando ricevetti questo messaggio allora, mi sentii estremamente energizzato, tuttavia non compresi il senso di quelle parole. Mentre riporto questa esperienza ora, tutto appare estremamente chiaro...

La scoperta più importante che feci nei miei primi rapporti con i pianeti e gli Spiriti Totem fu quella di rendermi conto che non si trattava affatto di primi rapporti. La cosa sorprendente non era quella di essere in grado di connettermi con queste energie. Ciò che veramente mi sbalordiva era il recupero di memorie arcane di precedenti relazioni con tali esseri. Non si trattava di vite passate. 

Durante questa stessa vita avevo già avuto molte interazioni e lunghi dialoghi con i pianeti. Me ne ero semplicemente dimenticato. Fu una mia decisione quella di dimenticarmi poiché non riuscivo a integrare tali rapporti nella mia vita ordinaria. Sono grato a quei momenti di crisi perché mi consentirono di ravvivare i miei ricordi. L’incontro con i pianeti e le stelle era in verità un ritorno a casa, dopo un lungo periodo di assenza. 

Quella che segue è la trascrizione abbreviata di un viaggio che desidero condividere con te. Quel giorno cambiò qualcosa di importante nella mia consapevolezza e fui confrontato in maniera nitida con il mio Intento e Funzione. La descrizione è incompleta poiché sono stati esclusi alcuni elementi tecnici. Inoltre diverse informazioni mi giunsero attraverso suoni, immagini e vibrazioni che non sono in grado di comunicare a parole.


A lungo ho chiesto alla mia Guida di conseguire chiarezza riguardo il mio Intento nella vita, su ciò che posso fare su questo pianeta. Ho provato di tutto. Non so che altro fare o inventare al fine di ottenere una risposta. Ho ricevuto solo spiegazioni enigmatiche o il consueto senso di pace, amore, silenzio e accettazione che emana dalla mia Guida. Valuto assai la mia connessione con la Guida e mi avvedo che ogni volta che la chiamo, ricevo sempre il supporto di cui ho bisogno. 

Eppure, esiste una parte in me che non è soddisfatta. E’ una parte che vuole sapere in termini pratici perché sono qui e cosa posso fare per esprimermi al meglio. Quella parte ha bisogno di una visione di potere, una risposta che abbia senso, in grado di spazzare via ogni incertezza. Voglio qualcosa che, una volta ricevuto, mi permetta di dire: 

“Ecco! Questo è il mio scopo nella vita! Ora è tutto chiaro. Non devo più mendicare la verità. Ora la conosco. Forse quella parte che desidera ciò è solo il mio ego. Almeno, questo è ciò che un’altra parte di me ha pensato fino ad ora. Ebbene, in questo momento, non m’importa affatto se si tratta dell’ego o meno. Quel che conta è che io voglio sapere che cosa sta succedendo. Io merito di sapere. E’ un mio diritto. Ho tanta energia e non so che farne. Non intendo trascorrere un altro minuto della mia vita a meno che non ricevo una risposta. Mi prendo totale responsabilità riguardo tale risposta. Sono adulto. Dichiaro all’autorità competente che sono disposto ad aprirmi al mio Intento più elevato. Lo accetto anche se magari è qualcosa di poco piacevole. So che le Guide sono molto rispettose e sensibili. Prendono diverse precauzioni con gli esseri umani al fine di non invadere il loro spazio. Io espressamente t’invito, Spirito Guida, ad essere franco e diretto. Intesi?”

Dopo questo dinamico discorso, osservo la mia Guida. Mi guarda con una tale dolcezza e grazia. Egli sa tutto su di me e dal suo sguardo luminoso posso ricevere qualcosa del genere: “il tuo scopo è quello di giocare ed essere felice. Fai qualunque cosa ti renda felice. Io ti darò il mio supporto.” 

Percepisco un tale senso di libertà in sua presenza. Allorché mi rapporto con la Guida non avverto alcun obbligo. Ricevo solo amore, amore incondizionato. Se desidero abbracciare una grande causa, se sono determinato a realizzare imprese eroiche, oppure vivere semplicemente senza fare nulla di speciale, ebbene, mi avvedo che la scelta è solo mia. 

“Se questo ti rende felice”, dice la Guida “allora fallo!” Sento un tale potere in sua presenza! Ma che posso fare con questo potere? Come posso condividerlo? E’ così grande! Puoi suggerire qualcosa? O, per dirla meglio, puoi consentirmi di comprendere qual è la cosa migliore che posso fare? Lo chiedo a te, amata Guida. Posso accettare tutto. Prometto che rispetterò la risposta, se solo la ricevo. Non la metterò in dubbio. Mi arrenderò ad essa. La Guida mi guarda con un’espressione che suona come: 

“Parli sul serio? Vuoi veramente sapere? Lo potrai accettare?” 

Io l’osservo diretto negli occhi, prendo un profondo respiro e poi lascio uscire un gigantesco “Sì”. 

Detto ciò, senza ulteriori spiegazioni, mi ritrovo a viaggiare ad alta velocità in compagnia della Guida e un animale di potere. Raggiungiamo un pianeta biancastro ricoperto da una nebbia simile a panna montata. Poco a poco la nebbia si dirada ed il luogo lentamente acquista definizione. Mi appaiono alcuni dettagli noti e ben presto tutto mi appare famigliare, anzi anche troppo famigliare! 

Tra tutti i posti su cui avrei potuto fantasticare, quello che mi si presenta ora è il più ovvio e allo stesso tempo l’unico cui non avevo pensato. E’ il luogo in cui ho trascorso la maggior parte del mio tempo sin da quando ero bambino. Il sito di ritorno costante di ogni mia fantasia. Qualcosa che all’affacciarsi dell’età adulta iniziai a giudicare come un’evasione dalle mie responsabilità nel mondo, un sogno ad occhi aperti, un’invenzione derivata dai miei complessi e frustrazioni. 

Ho passato anni a disegnare mappe di tale luogo, con tutte le sue città, terre, valli, genti e deliziosi paesaggi. Ho avuto innumerevoli conversazioni con i suoi abitanti ed, in vero, io stesso mi sono sempre segretamente considerato un suo abitante. 

E’ il sito in qui ho vissuto più a lungo. Tuttavia, non sono mai riuscito ad accettarlo come qualcosa di spirituale o sciamanico. Nonostante la sua presenza fosse ricorrente ed estremamente piacevole, la ritenevo scomoda e imbarazzante, qualcosa di cui dovevo sbarazzarmi. Volevo ricevere una visione vera, così come quelle che mi avevano narrato alcuni sciamani e leader spirituali. Ogni volta che mi mettevo alla ricerca di tale visione, ecco che m’arrivava questo mondo di fantasia. Non potevo prenderlo sul serio. Cercavo qualcos’altro. 

Come potevo accettare che ciò che avevo ricercato così a lungo era in vero sempre stato disponibile per me? Ebbene, ora decisamente posso farlo. Proprio non ho altra scelta. Vedo gli stessi edifici, paesaggi e luoghi che hanno popolato le mie fantasie. Sono proprio lì e questa volta essi sono riconosciuti come una visione sciamanica. Sono giunte come conseguenza di un accordo con la Guida. 

Mi rivolgo alla Guida per avere una conferma della mia percezione. Osservandola bene mi rendo conto, e questo è quasi troppo, che egli appartiene a quello stesso ambiente. E’ un personaggio che conoscevo sin da quando ero piccolo. E’ meraviglioso. Ogni cosa inizia ad avere senso.

Con la Guida atterro a Interspace Hartem Port: la principale stazione interdimensionale di Hartem, la metropoli più grande di Handor. Da quel punto seguiamo un accesso prioritario che ci conduce direttamente agli Handorian Interspace Major Headquarters. Vi arriviamo a bordo di uno speciale veicolo dell’Hartem Transport System. Poco dopo, mi ritrovo a camminare lungo un ampio corridoio. Ogni cosa mi è molto famigliare. 

Nel frattempo diverse persone iniziano a raggrupparsi. La mia visita sembra essere qualcosa di insolito e totalmente imprevisto. La gente mi osserva meravigliata. Pare che io sia molto popolare. Attorno a me noto espressioni di gioia, commozione, sorpresa. E’ come se dicessero: “Come ha fatto ad arrivare fino a qui? Com’è possibile? Che evento incredibile!”. Io continuo a camminare lungo il corridoio e di tanto in tanto incrocio lo sguardo di volti a me noti. Essi mi salutano silenziosamente con tanto rispetto, amore e cura. Sono scene di indicibile bellezza. Non sono in grado di descriverle. E’ troppo. Mi avvedo che per motivi tecnici non posso trattenermi a lungo. Almeno questo è quello che la Guida sembra farmi capire. 

Accelero il passo. So che voglio incontrare l’Interspace Principal Commander, colui che è responsabile delle relazioni con altri mondi. Egli può darmi le risposte che cerco. Raggiungo il suo ufficio ed entro. Non appena lo vedo, non uso alcuna formalità di protocollo e nemmeno dico qualcosa del tipo. “Salve” o “Piacere di incontrarla. Come sta?”. 

Non provo alcun senso di soggezione e ciò mi sorprende. Semplicemente osservo me stesso chiedere: “Qual è la mia missione originaria?”. 

Il Principal esibisce un sorriso beato e allo stesso tempo professionale. Dopo una breve pausa, estrae un raccoglitore di documenti da un cassetto. Lo apre e mi mostra un foglio con un’immagine. Si tratta di qualcosa che dapprima mi sconcerta poiché sembra la pubblicità di un gelato cornetto. 

E’ la figura di un cono marrone con l’apice rivolto verso il basso e un semicerchio dorato in cima. La parte superiore è piena di luce e dotata di raggi che si estendono in molte direzioni, rendendo l’oggetto simile ad una torcia luminosa. Chiedo qual è il significato di tutto ciò. 

“Pianta il seme come un seme vivente. Questo cono ha a che fare col piantare il seme. Tu lo pianti ed esso poi cresce fino a quando la sua luce è visibile. Tu sei un seme, sei un faro”.[1] 

Sebbene le parole del Principal non hanno senso per la mia mente ordinaria, il suo tono è molto conosciuto. Osservando il cono, mi rendo conto che è anch’esso molto familiare. Dopo pochi istanti mi giunge la comprensione intuitiva dell’intera faccenda. A questo punto domando, onde ricevere una conferma delle mie sensazioni: “Come posso procedere in questo lavoro?” 

Il Principal risponde: “Mantieni un contatto costante con noi. Giornalmente. Vai e realizza senza alcun timore e mantieni la connessione. Ti connetti quotidianamente, poi ogni ora ed in seguito ogni minuto ed infine perennemente. Dapprima riceviamo le tue informazioni, poi ti inviamo le nostre. Pianta il tuo seme. Dovunque vai, piantalo e dimentica ogni disputa di carattere locale”. 

Domando: “Puoi darmi qualcosa in grado di rinforzare la nostra connessione?” Prima ancora che io sia in grado di concludere la domanda, il Principal dichiara: “Ora riceverai il Seme del Sacro Cono”. Mi consegna un piccolo cono luminoso e poi inizia a rivelarmi una lunga serie di informazioni sul suo funzionamento. In particolare sottolinea che lo scopo del cono è il rilascio e perdono: 

“Quello che rilasci” dice il Principal “è materiale di cui abbisogniamo. La tua Funzione è di inviarlo. Invia i rancori della Terra e crea le condizioni affinché chiunque possa fare questo. Abbiamo bisogno di questo materiale ed in cambio possiamo dare alla Terra materiale di cui necessita, ovvero benedizioni, pace e amore. Procedi con il tuo lavoro! Non c'è altro da spiegare o definire riguardo ciò, per ora. Le spiegazioni di quanto detto vanno ben oltre le attuali capacità di comprensione umana. Per farla breve e semplice, abbiamo bisogno di materiale di rancore per fertilizzare qualcosa qui. Invia il materiale grezzo. La Terra ne possiede molto, e noi ne siamo privi. La Terra è uno dei principali luoghi di produzione....” 

[Il Principal aggiunge informazioni tecniche che ometto qui], “Grazie alla tua costante ricerca e al tuo continuo domandare, il contenuto della tua missione originaria ti è ora disponibile per essere sviluppato. Organizzati ed inizia le tue operazioni! Fa parte del gioco che hai scelto di giocare. Il tempo è maturo!” Guardo il Principal come se mi stessi risvegliando da un lungo sogno. 

C’è qualcos’altro che ho bisogno di sapere prima di partire per quest’impresa. Una parte di me non è convinta. A questo punto il Principal mi mostra la copia di un contratto in cui è ben visibile la mia firma. 

“Sei stato uno dei principali sostenitori di questo Gioco e uno dei primi volontari a partire. Ora sei lì e adesso lo sai. Quindi seguita con il Gioco. Ed invia materiale di rancore costantemente! Ecco ciò che noi intendiamo quando diciamo di venire qui ogni giorno. Si tratta di rilasciare e fin tanto che ti trovi lì questa è la tua unica Funzione. Ti amiamo e benediciamo”. 

Dopo aver inserito il Sacro Cono nella mia fronte, il Principal chiama il suo personale. Ognuno esprime tanta gratitudine verso di me. Dicono cose bellissime sul mio ruolo. Ogni cosa è chiara. Piango dalla gioia e inizio a cantare insieme a loro. Continuo a cantare durante il mio viaggio di ritorno e in vari momenti della giornata. Seguito a ricevere ulteriori informazioni sul cono nei giorni successivi. Ascolto e vedo cose talmente belle che non riesco a descrivere. Mi sento così benedetto e pieno della visione che finalmente ha spianato la mia vita.



[1] Nella versione originale del viaggio, interamente in lingua inglese, il termine usato per faro è lighthouse che significa letteralmente “casa di luce”.  Presso i Bambara del Mali, Faro è il dio Consigliere, signore della Parola. raffigurato da una spirale al centro dei punti cardinali.

Estratto da: Franco Santoro, Manuale di Formazione Astrosciamanica, 1996.

© Franco Santoro, Findhorn Foundation Cluny Hill, Forres IV36 2RD, UK, info@astroshamanism.org 


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domenica 2 settembre 2012

Guarigione del giudizio

Giudizio universale (particolare), Michelangelo

Una tipica caratteristica della mente separata consiste nel creare problemi, elaborare giudizi e critiche, lamentarsi sia di se stessi che degli altri. 

Un’utile pratica di guarigione a tale proposito è astenersi dal giudicare.

Trascorri una giornata intera astenendoti dall’esprimere e dal pensare giudizi, critiche o lamentele nei confronti delle persone o delle situazioni che incontri. 

Concediti la possibilità di passare questo giorno nell’accettazione totale di ogni cosa o persona con cui hai a che fare, sia nei tuoi pensieri che nella realtà concreta. 

Non importa se fai questo con convinzione o fingendo. Comportati come un attore. Gioca con questa tecnica. Puoi continuare a praticarla per 21 giorni, un giorno sì e uno no oppure anche quotidianamente. 

Non occorre che tu adotti l’astensione dal giudizio in ogni momento. Si tratta di una tecnica o strategia. Basta solo la volontà di provare a fare qualcosa di diverso per un po’ di tempo. 

Se fino ad ora hai dedicato buona parte delle tue energie alla ricerca di responsabilità e colpe negli altri, senza concludere nulla di buono, cosa hai da perdere? Al massimo perderai il malumore e il rancore che ne è sempre derivato. 

Osserva quello che ti succede quando cessi di sprecare energia alla ricerca di errori o difetti negli altri. Concentrati invece su ciò che vedi di buono e bello, sia all’esterno che dentro di te. 

Ricordati che ciò che vedi negli altri è quello che scegli di vedere. La consapevolezza del tuo ego riguardo gli errori di altri ego non è un tipo di pratica consigliata nel lavoro spirituale. Per l’ego è perfettamente lecito mettere in evidenza gli errori. Gli errori appartengono all’ego e la loro correzione procede mediante il rilascio dell’ego. 

“Quando un fratello si comporta in modo folle, puoi guarirlo solo percependo in lui la sanità mentale. Se percepisci in lui i suoi errori e li accetti, stai accettando I tuoi. Se vuoi dare i tuoi errori allo Spirito Santo, devi fare lo stesso con i suoi. A meno che questo non diventi l’unico modo con cui tratti tutti gli errori, non potrai capire come tutti gli errori vengono disfatti." (Un corso in miracoli, Testo, pp. 186)

Quando iniziai ad usare la pratica di astensione dal giudizio, mi resi ben presto conto di non sapere più di che cosa parlare con la gente. Mi accorsi che la maggioranza assoluta delle mie conversazioni erano basate sul giudizio o la lamentela verso qualcosa o qualcuno. Poteva trattarsi del governo, la chiesa, i vicini, il lavoro, la salute, gli amici, me stesso, ecc. 

L’astensione dal giudizio equivaleva quindi a rimanere in silenzio. Mi sorprendeva notare questo sia in me stesso che negli altri. Era pure stupefacente scoprire quanto benefici erano gli effetti dell’astensione. 

Quando smetto di criticare e giudicare gli altri, accettandoli per quello che sono, senza cercare di volerli diversi a tutti i costi, comincio allo stesso tempo ad accettare me stesso. 

Spesso le critiche più severe, non riuscendo a trovare espressione in maniera diretta, si travestono attraverso battute ironiche ed osservazioni scherzose. E’ un modo per evitare l’imbarazzo di una comunicazione diretta. Tale modalità, sebbene non aggressiva od offensiva, non fa alcuna differenza ad un livello inconscio e sottile. L’inconscio non sa riconoscere l’ironia e non possiede alcun senso dell’umorismo. L’inconscio inoltre non conosce il senso di separazione e non sa distinguere i pronomi personali, per cui quando critico o giudico qualcuno, esso si limita a riconoscere che sto impiegando parole poco piacevoli e le considera come rivolte sia agli altri che a me. 

Per rendere più completa la pratica di astinenza dal giudizio, rinuncia anche a lasciarti coinvolgere in tutte quelle situazioni che favoriscono la lamentela. Evita di partecipare, anche solo passivamente, a discussioni o pettegolezzi fondati sulle critiche. 

Può essere utile, a questo proposito, astenersi, almeno per un giorno, dal guardare la televisione, ascoltare la radio o leggere il giornale. Questi mezzi sono generalmente usati per diffondere cattive notizie e per fare proliferare lamentele e malcontento. La maggior parte dei notiziari e delle cronache sono colmi di informazioni su processi, delitti, incidenti, problemi, sciagure. Ciò contribuisce ampiamente a riciclare forme pensiero negative, e a rafforzare l’idea che occorre ricercare dei colpevoli per ciò che esiste di male nel mondo.

Un altro esercizio è quello del registro delle lamentele. Come negli alberghi di alta categoria, può essere utile predisporre un’apposita cassetta o registro onde riportare le tue lamentele. Nell’albergo in cui lavoravo esisteva proprio un registro di questo genere. Si trattava di una formalità ormai da qualche tempo in disuso, tanto che il registro era rintanato tra le carte degli scaffali e la maggior parte dei colleghi nemmeno sapeva della sua esistenza. Tuttavia le lamentele da parte dei clienti erano abbastanza frequenti e rendevano spesso il clima irrequieto. In una di tali occasioni, così per scherzare, decisi di riesumare il vecchio registro. Dopo averlo spolverato, lo riposi in bell’evidenza sul banco. Il suo effetto fu sconcertante e immediato. Era come un magnete in grado di attirare su di sé ogni rancore. 

Non era essenziale che il cliente riportasse le sue ragioni sul registro. La sua sola presenza sul banco era sufficiente ad inibire le lamentele. In questo modo si lasciava spazio solo ad un’esposizione civile dei problemi che trovavano poi rapide ed efficaci soluzioni. 

Per alcuni mesi provai ad introdurre questa pratica nella mia stessa vita. Quando ero insoddisfatto o preoccupato o provavo ansia per qualcosa, documentavo le mie ragioni su un apposito registro. Fatto questo, cercavo, talvolta con molta fatica, di lasciar perdere il problema nella convinzione che una fantomatica autorità avrebbe preso i provvedimenti opportuni. 

L’opportunità di questa evenienza si verificava alla fine di ogni ciclo lunare, allorché decidevo di rivedere quanto avevo riportato nel registro. In quelle occasioni mi resi conto che la maggior parte dei problemi che, nel momento stesso in cui si manifestavano, parevano questioni di importanza vitale, si rivelavano essere invece inezie di poco conto oppure si risolvevano spontaneamente nel corso di pochi giorni.

"Scelgo di vedere l’assenza di peccato di mio fratello. Il perdono è una scelta. Non vedo mai mio fratello così come è, perché questo va ben oltre la percezione. Ciò che vedo in lui è semplicemente quello che io desidero vedere, perché rappresenta quella che io voglio sia la verità. E’ soltanto a questo che reagisco, per quanto invece io possa sembrare spinto da eventi esterni. Scelgo di vedere ciò che voglio vedere, e questo vedo, e soltanto questo. L’assenza di peccato di mio fratello mi mostra che voglio vedere la mia. E la vedrò, avendo scelto di vedere mio fratello nella sua santa luce  (Un corso in miracoli, L472).


© Franco Santoro, info@astroshamanism.org 

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