martedì 27 dicembre 2011

2012 e l'arte di cancellare il passato (di Franco Santoro)


The Time Traveler, surreal art by Xetobyte
Eccoci ancora una volta al passaggio da un anno all'altro. E questo non è un anno come gli altri, è il fatidico anno 2012!

Molti sostengono che il 2012 è il termine ultimo di una trasformazione decisiva, che condurrà ad un cambiamento della coscienza superiore o ad una catastrofe globale o forse entrambi. 


In verità, non sono in sintonia con chi canalizza entità che fomentano visioni catastrofiche. Sin dal 1976 sono stato testimone di una decina di date apocalittiche, promosse a spada tratta da canalizzatori e leader spirituali, che poi una volta passato l'anno in questione sono spariti nel nulla o hanno cambiato discorso.

Ci sono molte idee riguardanti il 2012, come l’invasione di extra-terrestri, la collisione con un altro pianeta, l'attività di forze cospiratrici o un aumento delle radiazioni solari. Bene, io non so quello che accadrà, tuttavia credo che qualunque cosa succederà, essa è già accaduta, e sta accadendo anche adesso.


L''importanza vitale del 2012 è che semplicemente più persone si aspettano che qualcosa accada, e conseguentemente stanno all'erta. E allora, a questo riguardo, forse più persone potrebbero rendersi conto di quello che è sempre accaduto e sempre accadrà. Per un nostro articolo passato sul 2012 clicca qui.


Cartello 1: La fine è vicina. Cartello 2: La fine
Il passaggio da un anno all'altro può essere la ripetizione dello stesso monotono ciclo oppure uno spostamento in una configurazione nuova di zecca. Forse, più realisticamente, è una combinazione di entrambi. 


Le fasi di passaggio sono le più delicate del processo di guarigione. Parti luminose del nostro essere prendono forma e si preparano a nascere, tuttavia la gestazione di questa novità avviene nell’oscurità, mentre nell’ambiente esterno continuano a dominare le dinamiche del passato.


Nei momenti passaggio una delle pratiche più utili è la ricapitolazione



La ricapitolazione è un’antica pratica di guarigione finalizzata a recuperare e rilasciare energia. Il presupposto è che gli eventi passati bloccano energia vitale finché non vengono definitivamente elaborati e rilasciati. 

In caso contrario il passato continua ad essere trattenuto nel corpo emozionale e perdiamo la connessione con chi siamo veramente. Diventiamo semplicemente la condensazione di memorie grezze frammentate, che sono costantemente riciclate, riattivate e condensate nel presente. 

Come esseri umani siamo propensi a investire energie enormi in queste memorie fino a che, proprio come in un computer, lo spazio della memoria si esaurisce, e le nostre vite crollano, si sgretolano o si bloccano.

Lasciar andare il passato può non essere un compito facile. Molte persone si focalizzano regolarmente sulle loro memorie e giustificano qualunque cosa fanno e come si sentono sulla base del loro passato. 

Dicono cose come, “I miei genitori mi hanno maltrattato”, “Mio marito mi ha lasciato”, “Sono stato tradito da mia moglie” o “Sono stato licenziato”, e le usano per convalidare il motivo per cui la loro vita non funziona. 

Mentre si focalizzano su quelle cose nutrono quelle esperienze negative del passato, che continuano ad essere riciclate nel presente, impedendo a nuove esperienze di emergere.

Altre persone prendono una posizione totalmente differente. Essendo consapevoli di come il passato limita la loro libertà, decidono di cancellarlo con un’istantanea pulizia. 

Iniziano quindi un’accurata impresa di cancellazione di tutto ciò che si riferisce al passato, persone, cose, luoghi, situazioni, ecc. 


La relazione con la mia ragazza è finita! Va bene, allora brucio tutte le sue foto, lettere, regali, cancello anche le e-mail e i messaggi, e così via, finché posso dire, spesso citando qualche frase di un libro New Age, che ho finalmente ripulito il mio passato e ora sono libero. E da quel momento tutto sarà realmente diverso! Beh, questo è un universo d’immense possibilità, e può essere davvero così se oltrepasso radicalmente la sintassi di questa realtà separata. 

Poiché il passato come lo percepiamo è un’illusione, cancellarlo può essere facile come cancellare dei documenti da un computer. Nel momento in cui mi sveglio dal sogno, sarà tutto finito. E tuttavia, a meno che non sono riuscito a padroneggiare l’arte di non cadere di nuovo addormentato, il passato trapelerà di nuovo alla fine, esattamente nello stesso modo, e l’unica differenza saranno gli attori e gli scenari.

Lasciar andare il passato non è necessariamente cancellare il passato. Lungi dall’essere cancellato, il passato ha prima di tutto la necessità vitale di essere veramente riconosciuto e onorato, poi guarito e, se davvero non serve, rilasciato. 

Rilasciare non è gettare il passato nella pattumiera e poi confidare che l’autorità locale se ne sbarazzi. 

Il rilascio è liberazione, è permettere al passato di fluire nel presente, cancellare la paura e supportare luminosi elementi, così da apportare benedizioni al presente e al futuro. 

Il rilascio è perdono, e come dice Un Corso in Miracoli

Perdonare è semplicemente ricordare solo i pensieri d’amore che hai dato nel passato e quelli che ti sono stati dati. Tutto il resto deve essere dimenticato. Perdonare è ricordare in modo selettivo, non basato sulla tua selezione.” (UCIM, T378). 

Il problema non è nel passato, è rimanervi bloccati, congelati nel passato. E questo accade quando consideriamo soltanto il passato, così come quando lo neghiamo.

Posso fingere che la mia ex ragazza non sia mai esistita, e cancellare tutte le prove della sua presenza. 

Questo può essere efficace temporaneamente se non riesco a far fronte alla situazione, tuttavia se ci sono problemi irrisolti con quella ragazza si ripresenteranno in un modo o nell’altro fintanto che scelgo di lasciarli andare davvero. E se non rilascio quei problemi durante la mia vita, beh, quei problemi probabilmente saranno trasportati nella mia “prossima vita” o raccolti dalle generazioni seguenti.

Sottolineo queste due opzioni perché credo che l’ostacolo principale nel rilasciare il passato non è la natura del passato stesso ma il modo in cui lo percepiamo. 

Posso considerare me stesso come un individuo separato che deve affrontare problemi personali durante la sua vita, e perfino nelle vite passate e future, oppure posso riconoscere me stesso come parte del collettivo, un essere planetario più grande, che include tutta l’umanità, passato, presente e futuro.

Nello sciamanesimo esiste la nozione di “cancellare la storia personale”, ma questo non è il passato, è il passato illusorio creato dalle nostre menti separate. 

La cancellazione si applica quindi al coinvolgimento dell’ego con il passato e la sua realtà separata. La percezione della separazione dagli altri e dal mondo è la configurazione umana arbitraria che necessita di essere abbandonata al fine di sperimentare la nostra vera identità e accedere ad una realtà molto più vasta.

E non è una pulizia di fine d'anno; è un processo continuo e duraturo, che gradualmente permette al passato collettivo di emergere, un regno in cui tutte le menti sono unite. In questo caso i pensieri personali, essendo separati, non esistono o sono mere allucinazioni. 

Gli sciamani, più o meno universalmente, ricevono la maggior parte delle loro indicazioni da quel regno e lavorano intensivamente con gli antenati. Sperimentano passato, presente e futuro come un continuum temporale attraverso il quale viaggiano per ottenere conoscenza e perseguire i loro intenti sciamanici.

In molte tradizioni l’intera vita è basata su questo continuum temporale, in cui gli antenati rappresentano il riferimento principale nei culti e nelle pratiche sociali. 

Qualsiasi tipo di conflitto che si sviluppa nel presente è riconosciuto in relazione con il passato. E il passato viene esplorato come il livello della matrice, una realtà che sottende la vita ordinario, uno spazio in grado di rivelare gli strumenti per guarire ogni conflitto a beneficio delle generazioni presenti e future.

Che tutti noi possiamo essere benedetti dal nostro luminoso passato che risplende nel più gioioso presente, si irradia nell’estatico futuro, e ritorna nel passato, in un circolo eterno di beatitudine e amore.


Buon 2012!

Franco


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domenica 25 dicembre 2011

Carlos Castaneda (nato il 25 dicembre)


Carlos Castaneda: nato in Perù il 25 dicembre 1925, (10.2.2) con Sole e Giove in Capricorno, congiunti al Medio Coeli, Luna e Ascendente in Toro, tutti tratti astrologici molto pragmatici, tipici degli operatori sciamanici che lasciano un'impronta visibile nella realtà fisica. 

Questa capacità è provata dal successo superlativo delle sue opere (più di 8 milioni di copie di libri venduti e tradotti in 17 lingue), nonché dei suoi insegnamenti, che lo instaurano al primo posto assoluto come ricercatore sciamanico per quanto riguarda la popolarità. (Per la carta natale clicca qui.)

Per Castaneda, uno degli obiettivi primari è il mantenimento della consapevolezza dopo la morte fisica, che richiede disciplina e un insieme di procedure costitutuenti la Via del Guerriero.

Le pratiche che descrive nei suoi libri sono intese ad aumentare il potere individuale, evitare perdite di energia (impeccabiità) e ad avere padronanza della consapevolezza mediante l'uso operativo del punto di assemblaggio (assemblage point).

Secondo Castaneda gli esseri umani sono bozzoli raggianti di consapevolezza dimoranti in un universo pervaso da filamenti di luce. Questi bozzoli sono connessi da questi filamenti, che producono la percezione, ma allo stesso tempo la filtrano concentrandola solo su una configurazione minuscola.

Il punto di assemblaggio è la lente di focalizzazione che produce la realtà umana separata. Spostando questo punto è possible percepire altre realtà, che sono tanto reali quanto la realtà umana.

Tipica di Carlos Castaneda è l'enfasi sul potere dell'Intento. 

Questo Intento non ha niente a che fare con la lotta per raggiungere obiettivi e desideri nella realtà fisica, nel modo in cui umanamente la percepiamo. Obiettivi, propositi, manifestazione, o auto-affermazione, come si applicano nella vita di tutti i giorni, sono semplicemente pallide ombre dell’Intento. 

L'Intento non dimora nella nostra consapevolezza condizionata del mondo ed è completamente scollegato dalla nostra identificazione con il corpo, così come lo vediamo. 

L’Intento è un’onda di pura energia che fluisce attraverso gli spazi vuoti lasciati vacanti dalla nostra percezione sensoriale ordinaria. Si trova ben oltre il mondo che pretendiamo di conoscere. Esiste in un regno invisibile, completamente alieno alla nostra cognizione, che tuttavia è paradossalmente la matrice che produce ogni aspetto della nostra vita.

La rivelazione di quest’Intento richiede un enorme investimento di energia, un compito irraggiungibile finché continuiamo a usare l’energia per sostenere la nostra percezione condizionata della realtà. 

Quando tutta la nostra energia è impiegata per supportare la nostra identità separata e il nostro senso di importanza, non c’è spazio per nient’altro.

Il nostro senso di importanza è considerato da Castaneda il nemico supremo dello sciamano e la nemesi del genere umano. Questo è evidente nell’interesse incessante per il modo in cui ci presentiamo al mondo, la preoccupazione di piacere agli altri, il desiderio di essere riconosciuti, che ci spinge anche ad investire grandi quantità di energia nel riconoscimento degli altri, così che loro possono poi riconoscere noi.

Don Juan, il maestro di Castaneda, sosteneva che se fossimo in grado di lasciar andare un po’ di quella preoccupazione verso il proprio riconoscimento, “due cose straordinarie potrebbero accaderci. Uno, potremmo liberare la nostra energia dal tentativo di mantenere l’idea illusoria della nostra grandezza, e, due, potremmo procurare a noi stessi energia sufficiente per entrare nella seconda attenzione e dare un’occhiata alla reale grandezza dell’universo.” (Carlos Castaneda, L’Arte di Sognare).

Questa grandezza dell’universo diventa disponibile quanto attingiamo al nostro vero Intento, allineandoci con un campo di energia che esiste nella matrice del nostro essere. Questa forza può essere identificata con molti nomi: Intento, Sé Superiore, Identità Multidimensionale Centrale, o qualunque termine ci faccia sentire bene. 

Tuttavia qui questo termine non ha niente a che vedere con il modo intorpidito in cui la nostra realtà separata interpreta Dio e simili. Descrive una forza vibrante, vitale e totalmente liberatoria, completamente avulsa dalle divinità mummificate del culto consensuale. 

Sviluppare la consapevolezza di questa forza come energia primaria dell’universo è la sola opportunità per qualsiasi vera evoluzione umana.

Per la versione inglese di questo articolo clicca qui.

Citazioni da opere di Carlos Castaneda:

Un uomo di conoscenza vive agendo, non pensando di agire, e neppure pensando a quello che penserà quando avrà finito di agire.

Soffermarsi troppo sull’io causa una terribile stanchezza. Un uomo in questa condizione è sordo e cieco a tutto il resto: è la stanchezza stessa a far sì che non veda più le meraviglie che lo circondano.

Arrabbiarsi con gli altri significa dare importanza alle loro azioni ed è imperativo porre fine a questo modo di sentire. Le azioni degli uomini non possono essere così importanti da mettere in secondo piano la sola scelta possibile: il nostro inevitabile incontro con l’infinito. 

Ci sono milioni di strade. Un guerriero, di conseguenza, deve sempre tenere presente che una strada è soltanto una strada; se sente di non doverla seguire, per nulla al mondo dovrà indugiarvi. La decisione di proseguire su di essa o di abbandonarla dev’essere presa indipendentemente dalla paura dall’ambizione. Un guerriero deve considerare ogni strada con attenzione e determinazione e c’è una domanda che non può fare a meno di porsi: questa strada ha un cuore? 



La cosa più difficile al mondo e assumere lo stato d’animo di un guerriero. Non serve a nulla essere tristi, lagnarsi e sentire di essere giustificati nel farlo, credere che qualcuno ci faccia sempre qualcosa. Nessuno fa nulla a nessuno, tantomeno a un guerriero. 

L’autocommiserazione non si addice al potere. Lo stato d’animo di un guerriero richiede il controllo su se stesso e al tempo medesimo richiede l’abbandono di se stesso. 

Puoi spronare stesso oltre i tuoi limiti se sei nello stato d’animo adatto. Un guerriero costruisce il proprio stato d’animo. È conveniente agire sempre in tale stato d’animo. Ti libera da tutto e ti lascia purificato. 

Un guerriero calcola tutto. Questo è controllo. Ma una volta terminati i sui calcoli, agisce. Questo è abbandono. Un guerriero non è una foglia in balia del vento. Nessuno lo può spingere; nessuno può fargli fare nulla contro la sua volontà o contro il suo giudizio. Il guerriero è programmato per sopravvivere, e sopravvive nel migliore dei modi possibili. 

Ti devi assumere la responsabilità dell’essere qui, in questo mondo meraviglioso, in questo tempo meraviglioso. Devi imparare a far contare ogni tuo atto, dal momento che resterai in questo mondo solo per breve tempo, troppo breve in verità per assistere a tutte le sue meraviglie. Se non rispondi a questa sfida, è come se tu fossi morto.

Un essere immortale ha tutto il tempo necessario per dubbi, sorprese e paure. Un guerriero, d'altro canto, non può... perché sa con certezza che la totalità di sé stesso ha solo poco tempo su questa terra.


(a cura di Franco Santoro)


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giovedì 22 dicembre 2011

24 dicembre 2011: Luna Nuova e Natale



Cosmic Child by Alex Grey
La Luna Nuova in Capricorno quest'anno ha luogo alla Vigilia di Natale, il 24 dicembre 2011 alle 19:06 ora italiana a 2° 34' del Capricorno., e congiunta a Plutone.

Questo evento fonde diversi fattori di trasformazione profonda. In aggiunta agli aspetti di rinascita tipici della Luna in Capricorno, c'è l'elemento natalizio, la nascita del Cristo, e Plutone, l'archetipo della rinascita e trasformazione.

Il Solstizio d’Inverno e i successivi giorni del Capricorno, incluso Natale, sono sempre stati un periodo significativo poiché segnano l’ingresso nel nostro mondo separato di una divinità solare, un essere luminoso in totale armonia con il Tutto, una manifestazione perfetta della nostra vera natura multidimensionale sulla terra, di cui il Cristo è portatore.

Il Cristo cui mi riferisco è un’eterna condizione multidimensionale, la rappresentazione della nostra vera natura, laddove l’ego, il sé separato, occulta la nostra vera natura,. Nel corso della storia umana molti ricercatori hanno tentato di trascendere tale identità separata, causa d’ogni sofferenza e avversità. 

L’ego in sé non è cattivo, quando definisce i confini dell’identità ordinaria di cui abbiamo bisogno per far fronte alla realtà quotidiana. Ma l’ego è la più gran calamità quando c’imprigiona in un sé separato, privo d’ogni connessione con gli altri e con l’infinità del nostro essere. Il modo migliore per trascendere l’ego è attraverso il sentiero del perdono, che è la strada del vero Amore, la via per scoprire la nostra connessione con Dio e con chi realmente siamo.

Ogni essere umano ha la capacità di sperimentare il vero Amore e la presenza di Dio. Per molte persone il termine Dio ha perso interesse ed è perfino considerato con repulsione e resistenza. Tra molte persone, inclusi anche individui spirituali, è talvolta inopportuno menzionare Dio, siccome potrebbe facilmente dare un’impressione sbagliata e causare pregiudizi. Questo accade perché alcuni concetti di Dio derivano da scritture e regole che forniscono una falsa immagine di Dio, che suscita paura, colpa e giudizio. 

Questo è il Dio creato dall’ego, un falso idolo che ha lo scopo di mantenere il nostro mondo separato. Eppure esiste un altro Dio, il vero Dio, che è l’oggetto della nostra ricerca. Quando paura, colpa e giudizio sono all’opera l’ego ha il comando e non c’è traccia del vero Dio, che è Amore incondizionato ed è sperimentato nel profondo dei nostri cuori, nel territorio interiore del nostro essere. 

Non importa quale nome usiamo per definire Dio. Dio assume molte forme e nomi, e Cristo, Spirito Santo e Gesù sono solo termini specifici tra migliaia. Ciò che conta è ovviamente l’esperienza di Dio, non la forma che impiego per rivolgermi a Dio. Quello che la maggior parte delle persone sul sentiero cerca oggi non sono formalità spirituali, dottrine, guru o credi, ma sentieri d’esperienza diretta. 

Cerchiamo una comunione diretta con Dio, un’esperienza diretta di Amore e la verità riguardo chi siamo. Il perdono è la via per lasciar andare il sé separato che blocca quest’esperienza, e svelare la realtà del vero Amore, che è Dio Stesso. È un sentiero che implica la risoluzione sistematica di conflitti e dualità, una strada che fermamente apre la via all’unità e all’abbandono di tutta la sofferenza del mondo separato.

Questi giorni di celebrazione sono potenti, poiché possono permetterci di portare nel presente la nascita di Cristo e di tutti gli esseri luminosi che hanno vissuto su questa terra. In questo periodo, mentre commemoriamo la Natività, celebriamo anche la nascita del Cristo in noi. 

Il Cristo è rinato in noi quando ci volgiamo alla nostra interiorità e sveliamo la fonte interiore del vero Amore. Ogni volta che ci fermiamo e guardiamo dentro di noi, invitando la presenza di Dio, del genuino Amore, il Cristo è rinato in noi e la via del perdono si schiude con decisione.

Che cosa significa realmente fare rinascere il Cristo in noi? Cosa vuole dire in pratica camminare lungo la via del perdono? 

Questi termini possono sembrare talvolta astrazioni o concetti vuoti, suscettibili di malintesi e confusione, specialmente quando siamo coinvolti nei drammatici e gravosi problemi della vita di tutti i giorni. Fare rinascere il Cristo in noi significa darGli il permesso di guidarci fuori dalla miseria e dal dolore della nostra vita separata. Questo è il perdono. È la pratica continua di identificare noi stessi e tutto ciò che esiste soltanto con l’affetto e l’amore, esprimendolo attivamente, mentre lasciamo andare tutto ciò che gli è estraneo.

Il Cristo è rinato in noi, e il perdono si rivela, quando cerchiamo Dio nell’intimo, quando ricordiamo chi veramente siamo, quando abbandoniamo la nostra identità illusoria e ci apriamo al luminoso mistero interiore. È rinato quando scegliamo di vedere il volto di Cristo in tutti i nostri fratelli e sorelle, inclusi noi stessi. 

Il perdono è la pratica di mandare il Benocchio, che è l’opposto del Malocchio, e significa guardare gli altri attraverso gli occhi amorevoli dell’innocenza, senza vedere rancori e miseria. In questo modo tutti noi c’illuminiamo e risplendiamo in piena bellezza, non perché qualcosa di fisico è accaduto, ma semplicemente perché possiamo vedere gli altri senza le proiezioni di colpa e sofferenza che avevamo un tempo lanciato.

Praticare il perdono significa scandagliare la nostra mente e il nostro cuore, in cerca di aree di rancore e sofferenza, e offrirle come dono a Dio. Con il Capricorno raggiungiamo l’apice dell’oscurità, della separazione e della densità, ma questa massima espressione delle tenebre è seguita dal trionfo della luce. È il periodo dell’anno che segna il culmine dell’oscurità, la quale arriva come un dono per essere benedetta dalla luce emergente.

Il segno del Natale è una stella, una luce nell’oscurità. Non vederla fuori di te, ma splendente nel Cielo interiore, e accettala come segno che il tempo di Cristo è venuto. Egli viene senza esigere nulla. Non chiede alcun sacrificio di niente e di nessuno. Alla Sua Presenza l’intera idea di sacrificio perde ogni significato. Perché Egli è Colui Che ospita Dio. E tu non devi far altro che invitare Colui che è già lì, riconoscendo che il Suo Ospite è Uno, e nessun pensiero estraneo alla Sua Unità può dimorare lì con Lui.” (UCIM, T15, XI.2)

Perdonare significa esprimere la scelta risoluta di consentire il rilascio del dolore e della sofferenza. Ci rendiamo conto che non intendiamo tenerci ancora dentro i nostri rancori. Diventiamo consapevoli che non ci serve tenere questi rancori per dimostrare quanto siamo sfortunati, in che modo orribile qualcuno ci ha feriti o com’è disperata la nostra vita.

L’essenza del Natale è l’Amore. Lo Spirito si manifesta nel mondo separato attraverso la nascita di un essere umano luminoso. Ogni anno durante questo periodo l’energia del Cristo fluisce sulla terra, pervadendo il nostro mondo con il seme dell’unità e l’invito ad unirsi a Dio. Gesù è un esempio di quest’incarnazione, ma tutti noi lo siamo! Tutti noi possiamo diventare la manifestazione di Dio, i veicoli d’Amore in questo mondo. Non è un’impresa solitaria. 

Dio e Amore sono unità, e la loro manifestazione è possibile soltanto quando ci uniamo insieme, riconoscendo lo stesso Amore in ognuno di noi. Non possiamo vedere Dio con gli occhi fisici, ma possiamo vedere i nostri fratelli e sorelle come realmente sono. Svelando la luce e l’amore in loro, Dio s’incarnerà in loro e scopriremo chi veramente sono. Quando vediamo la luce nei nostri amici, impariamo a riconoscere Dio che si esprime attraverso loro, e in questo modo apprendiamo anche a diventare consapevoli di come Dio opera in noi.

Il perdono è l’arte di imparare a percepire tutte le nostre relazioni come una prova della nostra santità, invece che come una fonte di rancori. È lasciare andare l’immondizia che abbiamo proiettato sui nostri fratelli e sorelle, che è la stessa immondizia che abbiamo proiettato su noi stessi. È permettere al cielo stellato di penetrare l’oscurità del firmamento invernale, spargendo benedizioni su chiunque ci circonda, all’interno e all’esterno. 

L’intero Zodiaco può essere esplorato dalla prospettiva del perdono, usando i 12 differenti segni come rappresentazioni di tutti gli aspetti della vita, di tutti gli altri, dentro e fuori di noi, lasciando andare i loro rancori e supportando il loro ritorno alla luce originale cui appartengono. In questo modo il Cristo è nato di nuovo in noi, perché è nato nuovamente in ognuno e in ogni cosa. 

Mentre entriamo in questo periodo festivo lasciamo che ogni albero di Natale, ogni decorazione che vediamo nelle strade, ogni volta che spediamo o riceviamo una cartolina natalizia, ogni momento in cui auguriamo Buon Natale a qualcuno o riceviamo i suoi santi auguri, sia una conferma che il Cristo è venuto in noi e, attraverso noi, a tutti e a tutto ciò che esiste.

© Franco Santoro, Findhorn Foundation Cluny HillForres IV36 2RDScotland; info@astroshamanism.org 


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martedì 20 dicembre 2011

Buon Solstizio Invernale!


Calcio all'inverno, da: Corriere Fiorentino
Il Solstizio d’Inverno ha luogo precisamente alle 6:30 ora italiana del 22 dicembre 2011! 

Il Sole raggiunge il punto più basso e il culmine dell’oscurità nell’emisfero settentrionale, mentre nell’emisfero meridionale è esattamente l’opposto. 

Questa ovvia constatazione è sufficiente a svelare uno dei più significativi misteri della vita, la continua e mutua interazione tra opposti e la loro presenza simultanea al di là della nostra percezione limitata di ciò che sembra essere presente.

Nell’emisfero settentrionale il Solstizio d’Inverno rappresenta l’ingresso nell’inverno e nel Nord. È un momento di cambiamento di marcia interiore, in cui abbiamo l’opportunità di rallentare e perfino di fermarci o invertire la marcia. 

È un momento in cui possiamo mettere in discussione tutte le cose che diamo per scontate su noi stessi, i nostri presupposti, mettendo da parte per un po’ l’interazione meccanica con il mondo e cercando di raggiungere la matrice. Lo scopo è permettere ai nostri intenti e ad ogni ulteriore azione che possiamo intraprendere, di scaturire da una comprensione profonda della vita, diventare consapevoli di propositi autentici e lasciar andare la mente condizionata basata sulla paura e sull’ignoranza.

L’inverno è un periodo ideale per abbandonare le restrizioni della percezione ordinaria umana, sciogliere le catene arrugginite del’anima e permetterle di liberarsi e raggiungere il luogo a cui appartiene. Questo periodo festivo può essere l’opportunità d’oro per dare il benvenuto alla natività della nostra natura incontaminata, diventare ricettivi alla sua visione e stabilire onorevoli intenti in preparazione di prossime luminose imprese.

L’inverno è pure un momento importante di connessione guaritrice tra il visibile e l’invisibile, il corpo e lo spirito. Il potere di questa stagione coinvolge tutti gli aspetti della vita e della morte, raggiungendo il culmine nella nostra prospettiva e consapevolezza.

Il Solstizio d’Inverno, e la settimana seguente, in particolare, è sempre stato tradizionalmente un periodo per riconoscere i cicli della Terra, per rallentare e acquisire consapevolezza di ciò che sta accadendo nella vita, da dove veniamo, dove stiamo andando, dove siamo e cosa veramente conta in questo viaggio.

Questo periodo dell’anno è ideale per la ricapitolazione, una pratica estremamente utile per la guarigione. La ricapitolazione consiste nel riesaminare esperienzialmente la propria vita e lasciar andare emozioni e rancori intrappolati nel passato. 

Questi elementi inconsci sono costantemente riciclati nella nostra storia personale dalla memoria planetaria collettiva, e sono la fonte di tutti i conflitti persistenti e i problemi spiacevoli che sperimentiamo nella vita. Sono ciò che ci tiene bloccati in una realtà separata, impedendo l’accesso a chi realmente siamo. Questi rancori seguitano a causare uno stato continuo di isolamento emozionale, fino a che sono pienamente gestiti e liberati nella rete della vita.

In questo periodo festivo desidero esprimerti la mia gratitudine per essere un lettore di questo blog. E' un privilegio poter comunicare con te, chiunque tu sia e ovunque ti trova.

Sarai il benvenuto se deciderai di partecipare a nostri eventi futuri, sessioni o corsi (vedi il calendario a fondo pagina). Siamo a tua disposizione se desideri semplicemente connetterti per condividere le tue esperienze e qualunque cosa è importante per te in questo momento.

Buon Solstizio e Natale!

Possiate sperimentare il vostro radioso e amorevole sé durante questi giorni festivi, e possiate condividerlo generosamente con gli altri a tutti i livelli.


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Flatlandia: Racconto fantastico a più dimensioni

Flatlandia: Racconto fantastico a più dimensioni  è un libro classico del XIX secolo scritto da Edwin Abbott Abbott, nato il 20 dicembre 1838, con Sole in Sagittario, Luna in Acquario (9.11).

L'opera narra la vita di un abitante di un ipotetico universo bidimensionale che entra in contatto con l'abitante di un universo tridimensionale.

Flatlandia è una parabola della nostra realtà separata.

Noi viviamo in una realtà di terza dimensione.

Da questa prospettiva possiamo comprendere la seconda dimensione, ma non siamo in grado di capire la quarta dimensione.

L'atteggiamento umano verso la quarta dimensione è lo stesso che gli abitanti di Flatlandia, di seconda dimensione, hanno verso la nostra realtà di terza dimensione.

Inoltre, in Flatlandia, parlare o promuovere la conoscenza di dimensioni più ampie della seconda dimensione è condannato, proibito o ridicolizzato, così come lo è per noi esseri umani riguardo altre dimensioni superiori.

Nel video a seguire potere vedere una trasposizione filmata del libro in lingua italiana:



A seguire il trailer del film omonimo in lingua inglese:



Esistono diverse edizioni del libro in commercio, di cui elenchiamo sotto le principali, tra cui anche il film omonimo.





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