"La vita è un Tutto unico. Solo se riuscite a percepire questa globalità, potrete comprendere l’astrologia; altrimenti, non ci riuscirete mai. L’astrologia è un aspetto, una dimensione della spiritualità: è la scienza della totalità, dell’unione, della non-dualità." (Osho, I misteri occulti dell’oriente: la dimensione nascosta della tradizione orientale, ECIG, 1993, p. 186)
"Ciò che è sotto è come ciò che è sopra. Ciò che è sopra è come ciò che è sotto. Affinché il miracolo dell’Uno possa essere compiuto." Questa nozione tratta dalla Tabula Smaragdina, attribuita ad Ermete Trismegisto, rappresenta il principio essenziale su cui si fonda l’astrologia. Significa, in breve, che il Cielo e la Terra sono la stessa cosa, che tutto ciò che esiste dentro e fuori di noi, dal piccolo atomo alle grandi galassie dell’universo, costituisce la ripetizione del medesimo modello e l’emanazione della stessa fonte.
Il principio essenziale dell’astrologia è quindi che non esiste alcuna separazione: il nostro mondo interiore ed esteriore è solo il riflesso dell’universo di cui facciamo parte. L’umanità, tuttavia, non sembra essere pienamente partecipe di questa esperienza. Nonostante sia evidente che la realtà ultima dell’universo è caratterizzata dall’unità di ogni componente, l’uomo si riduce a vivere nella convinzione dell’esistenza di una sua individualità autonoma e separata.
L’investimento in questa credenza è talmente radicato, massiccio e inconsapevole, da portarci a dare forma concreta a una precisa e articolata allucinazione collettiva dominante ogni aspetto della vita umana. Tale realtà separata, si fonda sull’ego.
In una lontana e imprecisata sfera del tempo è successo qualcosa per cui ci siamo separati dalla realtà unitaria dell’esistenza per affidarci a una percezione illusoria che ci ha relegato in una dimensione artistica di sogno. “Nell’eternità, dove tutto è uno, si insinuò una piccola, folle idea, della quale il Figlio di Dio si è dimenticato di ridere. In questa dimenticanza, il pensiero è diventato un’idea seria, possibile sia di compimento che di effetti reali” (Un corso in miracoli, T622).
Questa folle idea consiste nel pensare di vivere come entità separate, mentre i suoi effetti reali sono rappresentati dall’ego e da tutte le limitazioni e i rancori che ne derivano.
Fortunatamente, la memoria della nostra vera natura non ci ha mai abbandonato. Sebbene nascosto da spesse nuvole, il nostro sé originale ha continuato a sussurrarci nei meandri della mente, impiegando ogni sorta di strumento al fine di rammentarci la nostra vera matrice unitaria.
“Questo mondo nel quale sembri di vivere non è casa tua. E da qualche parte nella tua mente sai che questo è vero. Il ricordo della tua casa continua a tormentarti, come se ci fosse un luogo che ti chiama per farti ritornare, anche se non riconosci la voce, né ciò che la voce ti ricorda. Tuttavia ti senti ancora un alieno qui, proveniente da un luogo totalmente sconosciuto. Nulla di così definito da poterti far dire con certezza di essere un esule qui. Solo una sensazione persistente, talvolta nulla più di un minuscolo fremito, altre volte qualche cosa che viene appena ri-cordato, energeticamente allontanato, ma che è sicuramente destinato a ritornare di nuovo nella mente.” (Un corso in miracoli, Libro degli esercizi, p. 340).
L’astrologia, nella sua forma più pura e incontaminata, è stata originariamente concepita come uno strumento inteso a riattivare questo ricordo e liberare i blocchi che occultano la vera percezione. In quanto tale, essa tiene conto della situazione di illusione in cui si trova il genere umano, operando tra gli uomini affinché il miracolo dell’Uno possa essere compiuto. In altre parole, poiché consideriamo il mondo che vediamo come reale attraverso la credenza nella separazione e la nostra identificazione con l’ego, l’astrologia parte da questa stessa percezione distorta per condurci gradualmente al di là. La sua struttura si basa, infatti, su un insieme di segni, archetipi, simboli e definizioni energetiche apparentemente separate e distinte, ma sempre riconducibili a una sola unità: quella del cerchio zodiacale.
Nella dimensione del cerchio zodiacale ogni tipo di forma si anima e alterna nell’apparente percezione dei conflitti più netti: maschile e femminile, giorno e notte, vita e morte, Cielo e Terra, amore e odio, sacro e profano, felicità e dolore, ecc. L’astrologia, così come altri strumenti di trasformazione interiore, per rivelare agli esseri umani l’unità dell’universo, impiega il primo linguaggio che l’uomo è in grado di comprendere: quello dualistico dell’ego separante.
Questa situazione ha creato diversi fraintendimenti e controversie nella comprensione dell’astrologia e altri percorsi esoterici, anche perché il loro arcano linguaggio è stato sovente impiegato come camuffamento in tempi di severe persecuzioni.
L’astrologia cui ci riferiamo è un’astrologia esperienziale. Essa impiega strumenti intesi a tradurre il simbolismo delle mappe zodiacali in esperienze vive e concrete. La carta natale non è interpretata o analizzata, ma si rivela in forma di emozioni, movimento, danza, suoni, visioni e situazioni che mirano a coinvolgere il più possibile la persona in questione, a risvegliarla e a farle sentire intensamente le sue energie.
Questo tipo di astrologia costituisce la via di ritorno alle origini primordiali del linguaggio astrologico, inteso come strumento sciamanico di dialogo e comunione con le forze dell’universo. Essa ci conduce a rapportarci con le radici delle nostre tradizioni spirituali, integrando nel presente l’ampio bagaglio di conoscenze da cui nel corso dei tempi ci siamo separati.
(continua in: http://astrosciamanesimo.blogspot.com/2011/01/astrologia-e-sciamanesimo-parte-2-di.html)
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