lunedì 12 agosto 2013

Sciamani urbani

Il mondo ha bisogno di sciamani urbani, capaci di funzionare sia in mezzo alla natura sia sull’asfalto delle strade e tra i palazzi delle grandi città, nelle caverne e tra gli alberi, tra le apparecchiature elettroniche e i motori, nelle piazze e nei mercati delle società contemporanee.

L’astrosciamanesimo impiega strumenti il più possibile rapportabili ed integrabili nella realtà presente dell’uomo contemporaneo. In quest’ottica, l’adozione di tradizioni d’altri tempi o culture, così come periodi di ritiro e pratica spirituale, non implicano l’evasione dalle responsabilità nel mondo presente.

In certi momenti può essere indispensabile cercare ispirazione altrove ed allontanarsi dal contesto abituale per ritrovare ispirazione e il proprio autentico potenziale. Una volta recuperato e rafforzato il proprio intento, il passo successivo è decidere di manifestarlo concretamente nella vita e accettare di guarire e trasformare il nostro stesso ambiente.

Per certi versi è facile sentirsi sciamani o illuminati nel silenzio della natura, o provare unità e amore universale emulando le pratiche rituali di culture esotiche.  Ciò che riesce difficile è mantenere tale attitudine nella vita quotidiana, con le persone con cui viviamo a stretto contatto, nelle attività sociali, nei luoghi di lavoro e in ogni ambiente delle società contemporanee. In effetti, sono proprio questi gli ambienti che hanno maggiore bisogno di sciamani.

Storicamente, lo sciamano ha fatto sempre parte integrante della società in cui ha vissuto, prendendosi cura dei suoi problemi, laddove gli è stato permesso di operare. Per diversi secoli la cultura sciamanica del mondo occidentale è stata osteggiata fino ad essere quasi interamente sterminata. Essa è riuscita a sopravvivere nella clandestinità o attraverso la copertura di complessi sistemi esoterici. Oggigiorno sembra esserci più libertà e quest’antica conoscenza è in grado di riemergere per venire impiegata nel nostro contesto culturale e non da qualche altra parte.


Astrosciamanesimo vuol dire prima di tutto accedere all’energia dei segni e pianeti astrologici: sentirla nel corpo, nelle emozioni, nella mente e nello spirito. Non è solo studiare o analizzare il significato degli archetipi astrologici. Vuol dire essere disponibili a diventare quegli archetipi: a fare esperienza del loro potere ed aprirsi così ad un’autentica trasformazione. Questa attitudine comporta una profonda rivoluzione interiore che è importante affrontare con delicatezza, nel pieno rispetto dei ritmi e di ogni componente del nostro essere.

 © 2000 Franco Santoro, info@astroshamanism.org. All rights reserved. 

Per consultazioni con Franco Santoro vedi:
o scrivi a provordo@yahoo.co.uk

PROSSIMI SEMINARI IN ITALIA

Terra Di Luce Corvaro (Rieti) 18-20 ottobre 2013, Relazioni Multidimensionali, Recupero astrosciamanico dell'anima, Il Cuore di Luce, 
vedi: https://www.facebook.com/events/620161734685377/

Corvaro (Rieti) 1-3 novembre 2013, Relazioni Multidimensionali, Recupero astrosciamanico dell'anima, Il Cuore di Ombra,
vedi: https://www.facebook.com/events/532881263434102/

Cerchiamo nuovi centri e luoghi per i nostri programmi olistici e astrosciamanici (vedi:http://astrosciamanesimo.blogspot.de/p/programmi.html). 
Se avete piacere di organizzare seminari, corsi ed eventi, o per maggiori informazioni, vi preghiamo di contattare Franco Santoro, provordo@yahoo.co.uk o info@astroshamanism.org



venerdì 9 agosto 2013

Luna Crescente (9-12 agosto 2013)

Il 9 agosto 2013, quattro giorni dopo la Luna Nuova (del 6 agosto 2013), la Luna diventa Crescente. Il Sole rimane in Leone, mentre la Luna gradualmente lascia la Vergine, entrando in Bilancia, formando un aspetto di sestile con il Sole. La Luna è in Bilancia dalle 15:07 del 10 agosto alle 22:17 del 12 agosto 2013. 

Questo aspetto di sestile comprende due segni complementari (Leone e Bilancia), con la stessa polarità (positiva) e con elementi diversi (fuoco e aria). Essi operano in armonia, fornendo opportunità benefiche da diverse prospettive, a condizione che ci sia chiarezza e consapevolezza di intenzione.

Nel precedente articolo sulla Luna Nuova (vedi: http://astrosciamanesimo.blogspot.de/2013/08/luna-nuova-in-leone-6-agosto-2013.html), ho suggerito di portare attenzione sulla propria intenzione, su ciò che tu desideri veramente, non importa quanto appaia difficile da realizzare e anche se sembra una fantasia. Quando consideriamo l'intenzione è essenziale liberarsi da ogni pensiero limitante. Non è il tempo di essere pragmatici o di preoccuparsi sul come manifestare le cose. E' il momento di essere completamente ricettivi alla propria visione, a ciò che dà gioia e motivazione nella vita.

Una volta che il processo visionario è stato onorato, lo stadio seguente comporta il raffinamento dell'intenzione, il suo orientamento verso la manifestazione e la comprensione delle sue implicazioni pratiche.

Il contesto ideale per questo processo è durante la Luna Crescente, e mentre il Sole è in Leone e la Luna in Bilancia.

La Luna in Bilancia aiuta a integrare le nostre visioni nella realtà ordinaria. In questo caso la prima iniziativa da intraprendere riguarda la comunicazione della nostra intenzione, prendere dei provvedimenti per spiegare quello che vogliamo alle persone e all'ambiente che ci circonda.

Durante questo stadio, lo scopo è essere coerenti con la propria visione, raccogliendo informazioni, analizzando, pianificando, scambiando idee, bilanciando, preparando e facendo ciò che è necessario prima di partire all'azione e poi... agire! Tuttavia, occorre ricordare di agire e comunicare nello spirito della Bilancia, con grazia, armonia, diplomazia, partendo dal cuore.

Non impareremo mai a sentire e rispettare la nostra vera chiamata e destino, se non insegnamo a noi stessi a considerare ogni altra cosa una sciocchezza, in contronto all'educazione del cuore. 
Walter Scott (Sole in Leone, Luna e Ascendente in Bilancia)

Questa fase ha ancora una natura ricettiva, in cui ulteriori elementi della visione ricevuta durante la Luna Nuova continuano ad emergere. Se niente di significativo è successo durante la Luna Nuova, la situazione può cambiare con la Luna Crescente. Se, al contrario, la visione è stata rilevante a Luna Nuova, potrebbe esserci un cambio di prospettiva e una caduta di tono. In tutti i casi, è importante mantenere la connessione con la visione e se occorre decidere tra fare qualcosa per dare supporto alla visione e non fare niente, è meglio fare qualcosa.

Promise me that you'll give faith a fighting chance. And when you get the choice to sit it out or dance. I hope you dance . I hope you dance
(Promettimi che darai alla fede la possibilità di lottare. E che quando hai la scelta di startene seduto o di danzare. Io spero che danzi, Io spero che danzi.)
Lee Ann Womack (Sun in Leo, Moon in Libra)

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Corvaro (Rieti) 1-3 novembre 2013, Relazioni Multidimensionali, Recupero astrosciamanico dell'anima, Il Cuore di Ombra,
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lunedì 5 agosto 2013

Guarigione Astrosciamanica - Astroshamanic Healing (di Franco Santoro)

J. Waterhouse, Undine
di Franco Santoro

Astroshamanic healing è un’espressione che nella traduzione italiana corrisponde a guarigione astrosciamanica. Il termine healing, corrispettivo di guarigione, deriva dall’antico inglese hælan che significa rendere intero o unire. Quest’etimologia evidenzia il collegamento tra guarigione e unità, congiuntamente al nesso tra malattia e separazione. Il recupero della salute appare quindi in relazione col rilascio della percezione separata ed il ripristino della visione unitaria dell’esistenza. 

La consapevolezza dell’unità è pure la caratteristica predominante dello sciamanesimo, così come dell’astrologia. Il presupposto di base di entrambi i metodi è che non esiste separazione: il mondo interiore ed esteriore, e tutto quello che percepisco come disgiunto da me, sono solo il riflesso della stessa totalità. Sebbene ciò sia indiscutibile, pure da un punto di vista scientifico, l’uomo si riduce a vivere nella convinzione dell’esistenza di una sua individualità autonoma e separata. L’investimento in questa credenza è talmente radicato, massiccio e inconsapevole, da dare forma concreta ad una precisa ed articolata allucinazione che si rivela in ogni aspetto della vita umana. La struttura di tale percezione illusoria è sovente definita con il termine ego. La principale caratteristica dell’ego è la sua identificazione con il corpo fisico inteso come entità separata.

In una lontana e imprecisata sfera del tempo accadde qualcosa che generò un trasferimento dalla coscienza dell’unità all’illusione della separazione. Secondo la tradizione orfica, ciò occorse allorché l’uovo cosmico, rappresentativo dell’unità, si ruppe in due parti che diventarono il modello di tutte le polarità. L’impulso immediato che derivò da questa separazione fu il desiderio di riunione con l’altra parte. A tale scopo, Eros uscì dal guscio e nacque l’amore. La percezione delle dualità, maschile e femminile, spirito e materia, bene e male è il prodotto del processo di separazione stesso.

L’astrologia, nella sua forma più pura e incontaminata, costituisce uno strumento inteso a recuperare la consapevolezza dell’unità. A questo scopo, partendo dalla percezione separata dell’esistenza, essa opera tra gli esseri umani al fine di risvegliare la realtà dell’unità. In altre parole, poiché sono bloccato nella visione del mondo frutto della credenza nella separazione, l’astrologia parte da questa stessa percezione distorta per condurmi oltre. L’astrologia, così come altri strumenti di trasformazione, per rivelare agli esseri umani l’unità dell’universo, impiega il primo linguaggio che l’uomo è in grado di comprendere: quello dualistico della separazione. L’astrologia cui mi riferisco è un’astrologia esperienziale, ove il simbolismo dello zodiaco si traduce in esperienze vive e concrete. Questo tipo di astrologia costituisce la via di ritorno alle origini primordiali del linguaggio astrologico, inteso come strumento sciamanico di dialogo e comunione con le forze dell’universo.

L’astrologia è con certezza la più remota forma di linguaggio simbolico, mentre lo sciamanesimo è il più remoto e diffuso sistema metodologico di guarigione. Il termine sciamanesimo è una convenzione accademica creata dagli antropologi, ed in seguito adottata dalla cultura ufficiale, per identificare pratiche di guarigione assai diffuse e antiche, che un tempo erano riconosciute con altri nomi. 

La parola sciamano deriva da saman, la traslitterazione russa di un termine usato dalle tribù tunguse in Siberia che significa uno che vede nel buio. Uno sciamano è un essere umano che, per sua scelta, è in grado di entrare in uno stato alterato di coscienza per relazionarsi con realtà normalmente estranee agli esseri umani ordinari, e utilizzare tale connessione per acquisire saggezza, estasi, potere o per scopi di guarigione. Egli ha accesso a territori sconosciuti, e allo stesso tempo anticamente familiari, che offrono conoscenze profonde sul significato della vita e del ruolo di ciascun individuo nella globalità dell’esistenza. Il tratto distintivo degli sciamani è rappresentato da una percezione chiara ed esperienziale di questa totalità, che consente di apportare guarigioni nella vita di coloro che ne sono privi.

La guarigione astrosciamanica non si occupa di malanni in senso convenzionale. Secondo questa prospettiva, in ogni circostanza in cui mi percepisco come entità separata, sono in uno stato di malattia non importa quanto appaia sano. Al contrario una malattia, anche assai estrema, può diventare un sintomo di notevole guarigione se contribuisce al recupero del senso di unità. 

Sovente nel lavoro sciamanico le cose si capovolgono poiché l’attenzione è rivolta verso ciò che esula dalla consapevolezza ordinaria. Il termine astroshamanic healing ravvisa un insieme di pratiche il cui fine è risvegliare la coscienza operativa dell’identità spirituale o multi-dimensionale, ossia quella che possiede una visione unitaria. L’esperienza sciamanica dimostra che sussistono molteplici identità, universi e dimensioni. 

La caratteristica della realtà ordinaria è il riconoscimento di ciascun individuo secondo una data forma fisica collocata nella limitazione contestuale di una determinata frequenza. La percezione e l’individuazione esclusiva di tale frequenza e identità fisica costituiscono la credenza umana dominante. Attraverso l’esperienza sciamanica mi è possibile esplorare altre frequenze e avvedermi che il corpo fisico, con il quale nella realtà ordinaria definisco la mia identità, è semplicemente uno tra i tanti corpi possibili. Essendo la percezione ordinaria dell’identità umana limitata al solo corpo fisico, ecco che sopraggiunge un fraintendimento letale che rappresenta, secondo l’ottica di guarigione astrosciamanica, la causa principale dei dolori che affliggono gli esseri umani. Si tratta di confondere la percezione ordinaria del corpo fisico con l’identità del suo apparente possessore. Ciò equivale a confondere l’abito con l’indossatore, il contenitore con il contenuto.

Prendiamo ad esempio la bottiglia di acqua minerale qui accanto sul mio tavolo. Questa bottiglia, sebbene una volta accoglieva la marca di acqua indicata nell’etichetta, ora è usata per contenere l’acqua filtrata del rubinetto. La bottiglia potrebbe anche contenere altri tipi di liquidi, come per esempio gazzosa, grappa, vodka, alcool, acqua ragia. Questi liquidi hanno colori molto simili all’acqua. L’aspetto può indubbiamente trarre in inganno gli organi visivi ordinari. Se impiego altri sensi come l’olfatto o il gusto, ecco che sono in grado di riconoscere che si tratta di grappa e non di acqua. 

L’attenzione del lavoro sciamanico dona risalto in primo luogo al contenuto. Questo non significa che il contenitore è privo di importanza. Esso svolge al contrario un ruolo fondamentale poiché consente al contenuto di essere per l’appunto contenuto. Tuttavia il contenitore e il contenuto sono due cose distinte. 

Lo sciamanesimo privilegia l’esperienza rispetto all’apparenza. L’apparenza cambia secondo il sistema di credenza in atto. Se la credenza in questione implica la negazione di altre dimensioni, la percezione che ne deriva si adegua di conseguenza. Quando il pensiero dominante si fonda sulla separazione, ecco che quello che vedo mi appare separato. Il lavoro astrosciamanico si riferisce ad una visione basata sull’unità. Ne deriva che tende a dare risalto alla comunione esistente tra le forme che il precedente modello di credenza percepisce come separate.


© 1996 Franco Santoro, info@astroshamanism.org. All rights reserved. 

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Astroshamanic Healing - La forza del vuoto (di Franco Santoro)

per l'articolo precedente, clicca qui

Una delle esperienze tipiche della guarigione astrosciamanica riguarda la consapevolezza degli spazi che solitamente sono percepiti come vuoti, ossia le aree invisibili prive di apparente contenuto o significato. La percezione ordinaria del vuoto è frutto della credenza nella separazione. Il nulla è uno degli elementi base del lavoro. Allo stesso tempo per comprendere il vuoto, e tutto quello che è invisibile agli occhi umani ordinari, occorre riconoscere ciò che è normalmente pieno o visibile. 

Prima di procedere verso dimensioni sconosciute è essenziale prendere atto di ciò che appare consueto. Dapprima onoro la percezione ordinaria, per poi aprirmi a fenomeni meno noti, quali il vuoto. Il vuoto, ben lungi dall’essere un’astrazione, è l’elemento centrale della materia. La percezione ordinaria delle entità fisiche è un fatto interamente illusorio. La cosa sorprendente riguardo al corpo umano è che esso non esiste, nemmeno per un singolo istante, nel modo in cui appare alla percezione visiva consueta. In vero, non c’è proprio nulla di solido o denso nel corpo. Esso è un’aggregazione di energia viaggiante ad una velocità tale che la mente ordinaria è incapace di riconoscere. Questo dona la percezione illusoria che il corpo è una forma statica. 

La scienza ufficiale conviene che il 99 per cento del corpo fisico è composto di spazi vuoti. Li percepisco pieni come conseguenza dell’allineamento alla frequenza su cui si fonda il mio sistema di credenza. La specificità della guarigione astrosciamanica è che, ben lungi dal negarla, essa privilegia e si avvale direttamente della percezione ordinaria del corpo.

Il fine è di usare il corpo come uno strumento operativo atto a risvegliare la consapevolezza di ciò che è ordinariamente percepito vuoto. Uno dei termini che impiego per definire il vuoto è Bhi Jinah. Si tratta di un riferimento strategico per identificare gli spazi vuoti esistenti tra le forme separate, percepibili alla visione umana ordinaria. Sono entità che occupano spazi definiti con termini quali nullavuoto o niente. Uno dei loro scopi consiste nell’attirare l’attenzione verso la pienezza di tale nullità, e nel rendere gli esseri umani coscienti della connessione e dell’unità che esiste tra ogni cosa. 

I Bhi Jinah rappresentano una sorta di colla spirituale intesa a unire pezzi frammentati. Sono gli elementi di collegamento della rete vitale, il ritorno all’oceano primordiale che tiene insieme tutto ciò che esiste. Se mi guardo attorno, osservo che la maggior parte degli spazi che occupano il mio campo visivo sembrano vuoti e non occupati da forme fisicamente percepibili. In verità, da una prospettiva sia spirituale che scientifica, nulla è realmente vuoto o privo di significato. La mente convenzionale accetta di vedere solo ciò che supporta la sua concezione del mondo, e rifiuta di riconoscere quello che non rientra in tale idea. Questo è il motivo per cui i Bhi Jinah non sono chiaramente visibili. La loro percezione frantumerebbe l’intera fondazione di separazione su cui si basano le credenze umane.

Per stimolare gli stati di coscienza che consentono di accedere all’esperienza dell’unità gli sciamani si avvalgono di vari strumenti: tamburi, sonagli, sistri, campane, ecc. Tra tutte queste mercanzie il corpo fisico dello sciamano stesso gioca il ruolo principale. E’ simile al tamburo sciamanico. In questo caso si tratta di un tamburo suonato da qualcosa di invisibile, con cui lo sciamano stabilisce una relazione cosciente. Poiché il riconoscimento di chi suona quel tamburo è raro, ecco che la maggior parte degli individui si trova ad essere suonata e battuta, senza sapere esattamente quello che sta accadendo. In alcuni momenti il colpo è gradevole, in altri meno. L’obiettivo consiste nel riconoscere chi mi sta suonando. Siccome m’identifico solo con il corpo, non dispongo di tale consapevolezza. Il corpo è un indumento soggetto a diversi impieghi. Può essere usato da vari individui, piegato in un cassetto, inserito in lavatrice o appeso ad asciugare. Secondo gli impieghi le percezioni del corpo variano enormemente. La malattia nasce principalmente dalla paura che deriva allorché non sono cosciente di cosa sta avvenendo, di chi mi sta usando o di dove sono veramente.

Secondo la visione astrosciamanica la realtà fisica, così com’è percepita ordinariamente, è il risultato di qualcosa che esiste altrove. E’ come uno schermo ove si riflettono le immagini provenienti dal proiettore. Se intendo operare dei cambiamenti nella pellicola non serve a nulla agire sullo schermo. Seppure lo schermo sembri essere il film, l’effettivo materiale riflesso sullo schermo è situato altrove. Solo accedendo alla cabina di proiezione posso avvedermi di quello che accade ed intervenire potenzialmente sull’andamento del film. L’opera sciamanica si occupa della cabina di proiezione, dell’operatore relativo, della pellicola stessa e in ultima analisi dei suoi attori, del regista e del produttore, oltre che gli spettatori finali. 

Il lavoro consiste nel creare un ponte tra diverse dimensioni. Non vuol dire defilarsi da una dimensione ed evadere in un’altra. L’obiettivo è creare dialogo tra varie realtà. Nella realtà ordinaria si è generata una frattura con altre dimensioni, ed è per questo che mi trovo a vivere in una dimensione separata. La realtà che condivido con chi legge questo testo è solo una tra le tante possibili. In vero, non è necessario credere a quanto ho detto. Ne parlo poiché ciò fa parte della mia esperienza, come pure del mio lavoro. Non occorre un atto di fede. E’ necessaria solo la disponibilità a vivere delle esperienze e verificare di prima mano come stanno le cose. 

Nel lavoro di guarigione impiego strumenti e tecniche atte a facilitare l’esperienza diretta. Il linguaggio ordinario è impossibilitato a comunicare la natura effettiva di tali esperienze. Gli idiomi moderni sono il riflesso di una realtà fondata sulla separazione. Ne deriva che è piuttosto acrobatico comunicare l’esperienza sciamanica dell’unità mediante tali linguaggi. In effetti, mi domando, visto codeste considerazioni, per quale motivo mi trovo ora a scrivere. E’ uno slancio che emana dal cuore e che serve il suo scopo. Fortunatamente esistono i vuoti tra una parola e l’altra, sia grafici sia sonori. In effetti, è proprio tra questi vuoti che si cela l’anello mancante. 

Il punto di partenza è il vuoto o, come lo chiama Dioniso l’Aeropagita, “l’oscurità abbagliante del silenzio segreto”[1], un luogo di pace indicibile, una vastità priva di suono da cui tutto sorge e ritorna. Da questo vuoto vibrante e immane, una fiamma divina discende attraverso innumerevoli dimensioni. Ad ogni passaggio la luce si attenua e frammenta, finché raggiunge la Terra e definisce la sua ultima forma. Nella cosmologia astrosciamanica i pianeti sono i modellatori di questa forma, che alla fine emerge come essere umano.

Nel linguaggio sciamanico è importante prestare attenzione sia all’emissione sonora sia ai silenzi, sia alla pienezza sia alla vacuità. Nel vuoto dimorano le radici dell’esperienza diretta, le conoscenze genuine che emanano da dentro. Qual è il linguaggio sciamanico allora? E’ un linguaggio che ognuno di noi intende. E’ un idioma che tuttavia è alieno per la realtà convenzionale. Questo non significa necessariamente che quest’ultima realtà sia errata o ingiusta. Semplicemente, il linguaggio sciamanico non rientra nelle sue norme di simulazione. Non fa parte delle regole del gioco.

La principale causa della sofferenza umana risiede nell’incapacità di comunicare in modo corretto. I problemi di relazione derivano da incomprensioni linguistiche. A questo punto è necessario rilassarsi poiché è assai arduo esprimersi con proprietà mediante le lingue convenzionali. I linguaggi moderni si fondano sulla contraffazione. Essi sono nati dalla necessità di occultare o manipolare qualcosa. In altre dimensioni la comunicazione procede in modo immediato e trasparente. Semplicemente mi apro e come un cristallo propago ciò che ho dentro. Senza alcuno sforzo ognuno può capire quali sono le mie intenzioni. Questa è una capacità di cui sono ancora dotato. Essa spaventa poiché, se desidero nascondere qualcosa agli altri, non è proprio ideale essere trasparenti come un cristallo. Allora decido di occultare alcune parti di me e renderle opache. Inizio a rimuovere la trasparenza. Mediante le parole posso comunicare qualcosa che è assai diverso da quello che mi accade dentro. Poiché l’attenzione è tutta rivolta al linguaggio esterno, nessuno s’interessa allo spazio interiore. 

Il linguaggio è il risultato di un’operazione di occultamento. C’è qualcosa teme di essere rivelato. Se mi apro questo qualcosa può essere visto. Il pericolo è che gli altri possano scoprire ciò che ho occultato. Il fatto singolare è che tutti celano la stessa cosa e, nel frattempo, temono di esporla perché, come conseguenza della separazione, credono di essere gli unici ad averla dentro. Ciò mi confronta con il primo passo decisivo nel processo di guarigione: l’allacciamento della storia personale a quella collettiva. Si tratta anzitutto di sanare la ferita che mi separa dal resto del genere umano, di rendermi conto che non sono solo, che ogni gioia o tragedia della mia vita fa parte di una storia che condivido con l’intero pianeta. Tale consapevolezza mi permette di guarire arcane lacerazioni, di riconoscere gli altri come fratelli e sorelle, di unirmi in profondità, recuperando l’intima comunanza necessaria per procedere insieme e svelare con audacia i misteri invisibili dell’esistenza.

“La luce e le tenebre, la vita e la morte, ciò che è a destra e ciò che è a sinistra, sono fratelli tra loro: non è possibile separarli. Per questo motivo né i buoni sono buoni, né i cattivi sono cattivi, né la vita è vita, né la morte è morte. Perciò ciascuna cosa sarà distinta secondo l’origine del suo essere. Ma quelli che sono innalzati sopra il mondo sono indissolubili ed eterni.”[2]


[1] Dyonisius the Aeropagite, Mystical Theology, chapter 1
[2] Il Vangelo secondo Filippo, in Bentley Layton, The Gnostic Scriptures, p. 330.


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domenica 4 agosto 2013

Luna Nuova in Leone (6 agosto 2013)

Lauterbach (Germany)
"La creatività luminosa è la capacità di andare in profondità dentro noi stessi e dare forma visibile a ciò che senza di noi non avrà mai la possibilità di essere visto. Questo include anche ciò che malgrado noi può fornire le più grandi benedizioni al mondo." (FS)

La Luna Nuova in Leone ha luogo alle 23:51 ora italiana del 6 agosto 2013 a 14° 34' del Leone.

Questa Luna Nuova promuove l'espressione giocosa della nostra creatività, la capacità di gestire il potere sul palcoscenico della vita, la consapevolezza del nostro vero scopo.

Questa Luna Nuova è in trigono con Urano. Urano scuote e cambia ciò che è statico, convenzionale e ordinario. La sua energia ci libera dal giogo della routine, fornendo eccitazione e motivazione per spingerci in territori inediti, talvolta assai ribelli e provocatori. Quindi in questi giorni esiste un potenziale rilevante per generare progetti creativi, intuizione e idee molto originali. A questo stadio i sogni, le intuizioni ed eventi insolti, specialmente quelli piacevoli e giocosi, possono fornire indicazioni riguardo la natura di questi progetti.

La Luna Nuova è una fase attiva, con l'energia maschile prevalente. Porta nuova consapevolezza e un cambio di prospettiva. Questo permette di trovare spazio per identificare intenzioni e fondamenta per nuovi progetti o per rilasciare vecchi cicli di rancore. Tuttavia, poiché l'intero scenario è vago, vi può essere anche vulnerabilità e incertezza, che necessitano di pause di riflessione.

La domanda generale è: "Che cosa voglio veramente?", "Che cosa dà a me stesso e agli altri gioia?", "In che modo posso esprimermi creativamente per portare beneficio a me stesso e agli altri?"

Con la Luna Nuova le domande richiedono risposte oneste, non condizionate dagli altri o dall'ambiente. 

Questa Luna Nuova in Leone esclude decisamente la tendenza ad imitare gli altri. Si tratta qui di identificare cosa ti distingue da chi ti circonda, permettendo l'emergenza di doni che possono manifestarsi solo attraverso di te, e soprattutto nonostante te. Il nostro ruolo è essenziale per fare nascere le nostre creazioni. Tuttavia, quando esse sono state generate, sono destinate a prendere una loro propria vita, in grado di muoversi ben oltre i nostri limiti e l'idea che abbiamo di noi stessi. Una volta che diamo forma visibile a ciò che dimora dentro di noi, esso emanerà la sua propria luce, che risplenderà sul mondo, inclusi noi, i creatori stessi.  

Sii consapevole del tuo intento, di ciò che vuoi, non importa se sembra una fantasia. Non è il momento di essere pragmatici durante la Luna Nuova, E' il momento per aprirti alla tua visione senza limiti di alcun genere. 

Più avanti, man mano che il ciclo lunare procede, ci sarà l'opportunità per individuare in che modo realizzare la visione. Per ora accetta la sfida di aprirti al tuo potere creativo, includendo tutto quello che ti giunge, anche le idee più impensabili. Non si tratta di fare nulla per ora, a parte essere ricettivi e consapevoli... 

Il 6 agosto, oltre ad essere luna nuova in Leone è l'anniversario del bombardamento di Hiroshima, e la festa cristiana della Trasfigurazione.

Ciò è in relazione con un episodio eccezionale narrato nel Nuovo Testamento (Matteo 17:1–9, Marco 9:2-8, Luca 9:28–36).

Gesù e tre suoi discepoli (Pietro, Giovanni, Giacomo) vanno su una montagna, dove Gesù si trasfigura, brillando con raggi luminosi e con una stupefacente bianchezza delle vesti. Poi appaiono i profeti Mosé e Elia...

L'episodio è associato con l'elemento fuoco, il plesso solare, il risveglio e l'integrazione dell'energia vitale, tra la materia e lo spirito.


Buona Luna Nuova!

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sabato 3 agosto 2013

Consultazioni con Franco Santoro

Consultazioni e sessioni individuali di consapevolezza olistica e astrosciamanesimo

Come funzionano.


Lo scopo di una sessione individuale è risvegliare, identificare, supportare e implementare la connessione con le parti più profonde del proprio essere, trovare e impiegare strumenti per scoprire e manifestare i propri potenziali, guarire e rilasciare blocchi che impediscono di realizzare i suddetti scopi.

In una sessione l'operatore astrosciamanico dispone di  un'ampia varietà di tecniche e strumenti, che sceglie in base alla sua competenza e intuizione. In genere usiamo una pratica base di viaggio astrosciamanico articolata in tre stadi (Intento, Rilascio, Integrazione). La carta natale del cliente può essere oggetto di un'esplorazione astrosciamanica

La sessione effettiva dura in genere un'ora e consiste in un breve colloquio, seguito da una pratica astrosciamanica adatta alla specifica situazione del cliente, e un successivo colloquio inteso ad esaminare i risultati dell’esperienza. Alla fine quanto emerge è impiegato per apportare chiarezza e individuare strumenti che il cliente potrà usare successivamente.

Ogni sessione è autonoma e si basa sullo specifico problema e intento del cliente.

Le sessioni possono avere luogo tramite telefono, Skype o con incontro diretto.Per informazioni o per prenotare, contattare Franco Santoro, provordo@yahoo.co.uk. Franco è a disposizione per colloqui, senza impegno, per chi intende valutare se una sessione o altro tipo di lavoro può essergli utile.

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giovedì 1 agosto 2013

Trance e stati sciamanici di coscienza (di Franco Santoro)

TRANCE E STATI SCIAMANICI DI COSCIENZA
di Franco Santoro

Entrare in trance o in uno stato sciamanico di coscienza, significa muoversi in una condizione estatica di consapevolezza, con una percezione che va oltre ciò che i sensi fisici apparentemente segnalano. Ciò che percepisco nella vita ordinaria corrisponde esclusivamente ai tipi di realtà a cui ho deciso di attribuire un significato. Mi sono condizionato a vedere il mondo secondo un certo programma e, quando sposto la consapevolezza, muovendomi oltre la mente ordinaria, che continua sempre a ripetere quel programma, allora posso percepire il mondo in un altro modo. Una delle prospettive essenziali di visione dello sciamanesimo è che io non sono un essere fisico: io sono un campo di energia o faccio parte di un Tutto o piuttosto, e in un’accezione più propriamente sciamanica, l’intera nozione di io, intesa come separata da tu e loro, non ha alcun senso. Negli ultimi millenni l’umanità pare essersi allontanata da questo tipo di consapevolezza per confinarsi quasi esclusivamente nell’identificazione con il corpo fisico e nell’idea di essere un’unità frammentata (poco importa se la chiamo ego, personalità, o anima). Un modo in cui posso riuscire di nuovo a percepire gli altri e il mondo nella loro forma di unità originaria è attraverso i viaggi e le esperienze sciamaniche. 

La trance e gli stati sciamanici di coscienza fanno parte della struttura genetica di base degli esseri umani. Ognuno di noi ha il bisogno genetico di avere esperienze estatiche. Il problema è che tali esperienze, come evidenziano molti dei termini impiegati per identificarle (alterazione della coscienza, trance, ecc.), sono spesso considerate anormali e pericolose. Nella maggioranza delle società umane contemporanee esse non vengono accettate socialmente e non trovano alcun posto nei sistemi di educazione. Di conseguenza finiscono sovente con l’esprimersi attraverso manifestazioni devianti come pazzia, alcoolismo, tossicodipendenza, criminalità, perversioni, ecc.

Buona parte dell’umanità sembra vivere in uno stato di ecstasy deprivation (privazione dell’estasi), come lo chiama l’antropologa Felicitas Goodman. L’esperienza estatica è un bisogno fondamentale per l’uomo. Il contatto con la fonte di soddisfazione di tale bisogno è disturbato da qualcosa che è successo in un passato che si estende ben oltre le documentazioni storiche ufficiali. Secondo alcuni antropologi, le esperienze estatiche e il rapporto con le realtà non ordinarie costituivano l’aspetto tipico dei popoli che vivevano anticamente sul nostro pianeta. Si trattava di gente nomade, dedita alla caccia o alla raccolta ciclica dei prodotti della terra, che col tempo finì con l’estinguersi o trasformarsi in agglomerati tribali fondati sull’orticoltura. Con questo passaggio, dalla caccia, o raccolta spontanea, all’orticoltura, si accelerò il processo di separazione dalla coscienza dei popoli precedenti. Con lo sviluppo delle società agricole e in seguito di quelle urbane, questo processo divenne poi definitivo. Le documentazioni sulle esperienze estatiche delle popolazioni primordiali iniziarono probabilmente a svilupparsi allorché le società basate sull’orticoltura si erano già insediate. Queste società tramandarono una serie di strumenti e istruzioni al fine di preservare l’accesso alle esperienze dei loro antenati. Il procedere degli eventi accentuò tuttavia la separazione da questo vissuto e lo rese in seguito incompatibile con la prospettiva dualistica di dominio e potere che prevalse su gran parte del nostro pianeta.

Nelle società recenti sono state generalmente ignorate altre possibilità di percezione oltre quelle del corpo fisico. Le cose che vedo con gli occhi fisici, identificate con un nome e uno spazio specifico, sono state estratte dalla loro unità originaria e trasformate in entità separate. Esse possiedono contorni netti e sono distaccate tra di loro da aree definite in genere come niente o vuoto. Il riconoscimento delle entità separate attraverso la negazione degli spazi di vuoto rappresenta la condizione su cui si fonda la percezione ordinaria della maggior parte degli esseri umani. Vedo e identifico gli spazi fisici a cui ho deciso di attribuire un significato, ma non vedo nulla nelle aree che esistono tra questi spazi perché ho stabilito che esse non possiedono alcun senso. L’umanità sembra vivere in una realtà simbolica in cui solo ciò che è definibile convenzionalmente assume significato, mentre tutto il resto scompare dal campo della visione e dimora in una dimensione circondata dal mistero. Ci siamo allontanati da qualcosa di cui un tempo eravamo consapevoli, instaurando una mitologia di separazione dove l’unità e l’estasi sono i tabù più radicati. Poiché crediamo di essere individualità distinte dagli altri e dall’ambiente, tendiamo a investire notevoli energie per sfruttare i nostri simili e la Terra, agendo come le cellule separate di un tumore. Questo provoca danni immensi al pianeta e a noi stessi. Così come ci siamo separati dalla Terra, allo stesso modo abbiamo tagliato i ponti con la dimensione del Cielo. Attraverso l’adesione cieca ai condizionamenti religiosi e sociali, ci siamo negati l’accesso diretto allo Spirito, rassegnandoci a ricorrere a strutture gerarchiche che detengono il potere spirituale e che fungono da mediatrici tra noi e Dio.

Nella pratica sciamanica ognuno può ottenere la sua visione ed esperienza spirituale senza mediazioni da parte di strutture prestabilite. Per recuperare questa esperienza non si tratta tuttavia di combattere le strutture gerarchiche o di colpevolizzare le autorità politiche e religiose. Questo è quello che l’uomo ha continuato a fare fino a ora e ciò è servito, a mio vedere, solo a creare maggiore rancore e separazione. Per conseguire la visione e l’esperienza estatica ho bisogno di rinunciare al vittimismo. E’ l’attaccamento a questa condizione che mi impedisce di prendere responsabilità e mi spinge ad agitarmi freneticamente nella ricerca di un benessere che non giungerà mai. Secondo la visione sciamanica, così come la percepisco, la vera rivoluzione consiste nell’avere il coraggio di affrontare il mondo interiore poiché è da esso che emana tutto ciò che sembra esistere al di fuori. Ciò non significa che occorre limitarsi a fare viaggi sciamanici o a entrare in stati di trance. Queste esperienze sono importanti, ma è necessario compiere anche azioni fisiche. Talvolta si tratta di essere semplici e di vedere il mondo con l’ingenuità di un bambino. Per esempio, posso andare tra gli alberi in mezzo alla natura, e prendermene cura o parlare con essi. Gli alberi e gli animali troveranno un modo per rispondere e per dirmi qualcosa su me stesso. Qual è la differenza tra gli uomini e le piante? Esse non giudicano. Io creo problemi complicati con i miei giudizi e la convinzione che i miei problemi siano dovuti a qualcosa che mi è stato fatto o che esiste al di fuori di me. Quando lo faccio, creo ulteriori separazioni e contribuisco solo ad aumentare lo stato di malessere. Altre azioni fisiche riguardano gli aspetti ordinari della vita: lavorare, cucinare, camminare, giocare, lavare, guidare, parlare, ecc. In ogni momento posso scegliere di percepire da una prospettiva sciamanica.

In occidente ciò che conta è la meta. Per ristabilire la connessione con la Terra e il Cielo ciò che importa è il presente, non la destinazione. Le trance o stati sciamanici di coscienza hanno a che fare con il presente e con il farci uscire dalla trance più pericolosa: quella dei condizionamenti e delle convenzioni quotidiane. La realtà è che sulla Terra siamo sempre in un qualche stato di trance e il lavoro effettivo consiste nell’imparare a equilibrare tali stati e a comprendere che non possiamo entrare in una trance sciamanica senza venir fuori dalla trance in cui già ci troviamo. Quando v’è squilibrio viviamo in uno stato di allucinazione in cui percepiamo dolore, rabbia e ogni tipo di rancore. Quando v’è equilibrio scegliamo di aprirci consapevolmente solo agli stati di trance che apportano amore, estasi, pace e ogni tipo di benessere a noi stessi e agli altri.

Aprirsi agli stati sciamanici di coscienza e alle realtà non ordinarie significa dire veramente alla vita ed essere pienamente responsabili. Vuol dire accettare di diventare una parte cosciente dell’universo, scegliere di avere fiducia in un disegno divino, identificarsi con la massima espressione di luce del nostro essere e andare ancora più avanti per proiettare questa luminosità su tutto ciò che ci circonda. E’ un processo che richiede solo il nostro consenso individuale. In definitiva, si tratta di una scelta tra uno stato di totale presa di responsabilità riguardo la propria percezione del mondo e una condizione di vittima passiva ad eventi determinati da altri. La presa di responsabilità avviene in modo graduale, tramite un’opera progressiva di guarigione che attraverso prove ed esperienze libera via via blocchi e rancori. E’ un processo doloroso per l’ego in quanto l’impossibilità di individuare colpevoli all’esterno gli impedisce di trovare un luogo di rifugio per preservare le sue allucinazioni. Allo stesso tempo, questo processo è un atto di amore inteso a determinare con cautela l’accesso ai propri inesauribili strumenti di potere. Questi strumenti sono rimasti sepolti nei territori inesplorati del mondo interiore. L’unico modo per  accedervi consiste nell’andare oltre la trance della realtà cosiddetta ordinaria. Ciò può accadere spontaneamente e senza l’impiego di procedure particolari. La precarietà e l’illusorietà della realtà convenzionale è tale che chiunque può accedere alla percezione di ciò che esiste al di là. A questo riguardo si tratta solo di prendere in considerazione e sviluppare una serie di esperienze a cui comunemente non si attribuisce alcun senso: per esempio, sogni, visioni, fantasie, intuizioni, ombre, spazi di vuoto tra un oggetto e l’altro, ecc. Una modalità più operativa consiste nell’impiegare tecniche specificatamente sciamaniche. Il loro compito è creare spazi di vuoto nella coscienza e facilitare così l’accesso a nuovi canali di comunicazione.

L’esperienza di base dello stato sciamanico di coscienza è di carattere estatico e un mezzo importante per realizzarla consiste nell’impiego di particolari stimoli, in grado di produrre alterazioni nelle percezioni fisiche, e nel riferimento a un contesto rituale e religioso. A questo riguardo sono state tramandate diverse possibilità. Talvolta si tratta di metodi cruenti o di difficile gestione, come il ricorso a sostanze velenose o piante allucinogene, lunghi digiuni, pratiche dolorose di iniziazione, ecc. In altri contesti vengono impiegati strumenti non traumatici e gioiosi, come il canto, la danza, il tambureggiamento, determinate posture del corpo, o altre semplici pratiche rituali. Mentre i primi metodi espongono al rischio di ripercussioni dannose sul piano fisico o mentale e necessitano in genere di una preparazione raramente accessibile all’uomo contemporaneo, i secondi, oltre a essere molto efficaci, sono sicuri e alla portata di chiunque desideri sinceramente avere un’esperienza sciamanica.

“La trance nella cultura occidentale” dice Michael Harner “è spesso associata con l’attività medianica, che a sua volta è sovente caratterizzata dall’amnesia. Il medium che parla in stato di trance medianica in genere non ricorda ciò di cui ha avuto esperienza. Inoltre la trance medianica comporta una presa di possesso delle facoltà del medium da parte di una qualche entità spirituale. E questo non è affatto ciò che accade nello stato sciamanico di coscienza poiché qui si è in grado di ricordare quello che è successo e [...] non v’è perdita di controllo delle proprie facoltà come nei cosiddetti casi di possessione da parte di entità esterne”.[1] Per lo sciamano, inoltre, la trance o la visione non costituiscono l’obiettivo: ciò che conta è riportare conoscenza e potere per guarire sé stessi e gli altri e dare così un contributo alla rigenerazione della vita sociale. Nelle antiche culture tribali la trance veniva riconosciuta come tale e aveva quindi un suo posto preciso nell’ambito della struttura sociale.

Una volta che si raggiunge lo stato sciamanico di coscienza, l’elemento decisivo che determina l’esperienza estatica è sempre rappresentato dalla volontà di riceverla. L’esercizio di questa volontà richiede pratica e pazienza in quanto si scontra sovente con il muro di ostacoli (dubbi, paure, incertezze, sfiducia, ecc.) messo in piedi dai sistemi di censura dell’ego. Nonostante le forti opposizioni e i condizionamenti culturali contrari, gli stati non ordinari di coscienza sono regolarmente oggetto di esperienza da parte di ogni essere umano. Ciò che manca semmai è la disponibilità a riconoscerli o dare a essi importanza. Per coloro che sono disponibili ad aprirsi a questa strada e che si mettono effettivamente in cammino, le risposte ben presto arrivano in modo inequivocabile e cristallino. Un mondo estatico e meraviglioso si definisce in tutti i suoi particolari e dona un senso di indicibile amore e bellezza. Quando ciò accade, la classica domanda che si pone la maggior parte dei ricercatori è: “Ma mi sto inventando tutto?”. La risposta a tale quesito è la chiave segreta del lavoro sciamanico.

[1] “The Ancient Wisdom in Shamanic Cultures: An Interview with Michael Harner conducted by Gary Doore” in Shirley Nicholson (ed.), Shamanism: An Expanded View of Reality, The Theosophical Publishing House,  p. 15.


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