mercoledì 20 novembre 2013

Sagittario e Temperanza

Il Sagittario è un segno mutevole e ogni segno mutevole è preceduto da un segno fisso, che in questo caso è lo Scorpione. I segni fissi esaltano la natura di uno specifico elemento, consentendogli di essere fermo e permanente.

Questo è l’apice dello stadio di identificazione, seguito poi dalla fase di Temperanza, la connessione di quella parte identificata con altre parti che hanno pure bisogno di essere riconosciute. Essere su un sentiero di guarigione olistica implica recuperare ogni parte di noi stessi, affidandoci alla rete della vita e sviluppando una consapevolezza multidimensionale.

La fase di Temperanza rappresenta la fusione, l’integrazione e la mescolanza di elementi dissimili allo scopo di raggiungere equilibrio e sinergia. Questo principio è rappresentato dall’arcobaleno, associato con l’arciere del Sagittario, costituito da sette colori che rappresentano i pianeti visibili del sistema solare. 

Nei miti Indù l’arcobaleno è l’arco di Indra, il dio del tuono, del fulmine e dei temporali (associato a Giove, governatore del Sagittario), mentre nella mitologia greca è il sentiero creato dalla dea Iris, che è l’angelo raffigurato nella carta dei tarocchi della Temperanza, allo scopo di connettere Cielo e Terra. Iris, similmente a Mercurio, è la messaggera degli dei dell’Olimpo e come lui possiede un caduceo. Viaggia nel mondo sotterraneo per riempire la sua coppa d’oro con l’acqua del fiume Stige, con la quale addormenta gli spergiuri.

Sebbene il sole splendente e la radiosità dell’angelo forniscano molta luminosità, la Temperanza è in definitiva una carta del mondo degli Inferi e, data la sua associazione con il Sagittario, ultimo stadio dell’autunno, rappresenta in effetti il culmine dell’oscurità. Ciò è rappresentato anche dai gigli sullo sfondo della carta dei tarocchi della Temperanza, che sono fiori tradizionalmente collegati con l’Ade e la morte, e tuttavia emblema di virtù, fertilità e il principale simbolo del perdono in Un Corso in Miracoli

Tuttavia un solo giglio di perdono cambierà l’oscurità in luce, l’altare delle illusioni nel santuario della Vita Stessa. E la pace sarà riportata per sempre alle sante menti che Dio ha creato come Suo Figlio, Sua dimora, Sua gioia, Suo amore, completamente Suo, completamente uno con Lui”. (UCIM, L, II p.,12-5)

Immagine: Temperanza di Giovanni Bellini




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